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Il Pm Landolfi invoca10 anni per Corvino e Carbone

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CASERTA – Il Pm Landolfi invoca dieci anni per l’ex vicesindaco di Caserta ed ex presidente della Casertana Pasquale Corvino e per l’ex sindaco di San Marcellino Pasquale Carbone, entrambi accusati di corruzione elettorale per le regionali del 2015.

 E’ quanto è emerso nel corso della sua requisitoria, pronunciata dinanzi alla seconda sezione collegiale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nell’ambito del processo sulle affissioni elettorali gestite da esponenti vicini al clan Belforte.

Giovanni CaponeIl pm ha, inoltre, invocato 24 anni per Agostino Capone, fratello di Giovanni ras dei Mazzacane nel Capoluogo (in foto); 12 anni per Mariagrazia Semonella, moglie di Agostino Capone e titolare della Clean Service che si occupò delle affissioni; 18 anni per Antonio Zarrillo, 54 anni di Capodrise; 8 anni per Roberto Novelli, 56 anni di Caserta; 4 anni per Paolo Cinotti, 36 anni di Caserta; 3 anni per Silvana D’Addio, 48 anni di Caserta; 2 anni a testa per Pasquale Valerio Rivetti, 28 anni di Maddaloni, Gianfranco Rondinone, 38 anni di Caserta, e Francesco Alberto Spaziante, 46 anni di Caserta.

A inizio giugno si torna in aula quando inizieranno le discussioni dei legali. La sentenza è prevista entro la fine del prossimo mese. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Nello Sgambato, Francesco Liguori, Romolo Vignola, Michele Di Fraia, Roberto Garofalo, Vittorio Caterino e Pasquale Davide De Marco.

Secondo l’accusa Giovanni Capone (condannato in abbreviato), all’epoca detenuto, utilizzando dei “pizzini” aveva dato precise disposizioni al fratello Agostino affinché si occupasse dell’affissione dei manifesti elettorali nella città di Caserta per le regionali del 2015. Quest’ultimo, avvalendosi della collaborazione materiale di altri indagati, avrebbe imposto ai candidati di fare riferimento alla società di servizi “Clean Service”, intestata alla moglie di Agostino Capone, Maria Grazia Semonella. L’imposizione avveniva sia con intimidazioni esplicite, come captato nel corso delle intercettazioni, sia attraverso minacce rivolte ai singoli soggetti sorpresi ad affiggere i manifesti a tarda notte, sia coprendo i manifesti affissi senza ricorrere alla loro società, facendo poi arrivare il messaggio che tale inconveniente non si sarebbe verificato se si fossero rivolti alla loro ditta.

Pasquale Corvino e Pasquale Carbone, entrambi candidati con il “Nuovo Centro Destra – Campania libera” durante le elezioni regionali del 2015, avrebbero comprato voti in cambio di somme di denaro e di altre utilità.

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