CASERTA – Oggi scriveremo, di un’altro capitolo controverso della gestione degli spazi pubblici a Caserta riguarda l’espansione della manifestazione “Un’estate da Belvedere” di Massimo Vecchione, che ha coinvolto anche Piazza Carlo di Borbone, situata di fronte alla Reggia di Caserta. Questo spazio demaniale, di straordinario valore storico e turistico, è stato utilizzato per eventi che hanno visto esibirsi nomi di grido, attirando grandi folle e incrementando la visibilità della manifestazione. Tuttavia, non è mai stato chiarito se Vecchione abbia effettivamente pagato i canoni di locazione per l’uso di tale spazio, che appartiene al Demanio e dovrebbe essere regolato da specifici contratti e procedure.
Ciò che risulta particolarmente grave è che, nonostante la natura pubblica di Piazza Carlo di Borbone, Vecchione ha avuto carta bianca nell’utilizzo dello spazio, senza che il Comune di Caserta o il Demanio sollevassero obiezioni. Non solo, ma durante l’allestimento dei palchi per gli spettacoli, sono stati lasciati segni evidenti di danno sul manto erboso della piazza, con solchi profondi che, a distanza di un anno, sono ancora visibili e deturpano l’aspetto del luogo. Questi danni, frutto dell’installazione dei palchi e delle attrezzature necessarie per la manifestazione, sono stati trascurati da chi avrebbe dovuto tutelare l’integrità di uno spazio di così grande valore per la città.
Ciò che sorprende ancor di più è il silenzio che circonda questa situazione, non solo da parte del Comune di Caserta, ma anche da parte del Polo Museale della Reggia di Caserta, che pure dovrebbe vigilare su tutto ciò che accade nelle vicinanze di uno dei beni culturali più importanti del paese. A poche settimane dall’inizio della prossima edizione della manifestazione, Vecchione sembra pronto a ripetere l’operazione, con nuovi palchi che verranno montati sulla stessa piazza, senza che siano stati riparati i danni precedenti. Ben vengano gli eventi, ma la mancanza di azioni correttive e di un controllo adeguato da parte delle autorità competenti solleva dubbi sulla trasparenza della gestione di questi spazi e sull’eventuale connivenza tra gli attori coinvolti.
Anche in questo caso, l’assenza di un controllo rigoroso e di un procedimento formale per l’utilizzo degli spazi pubblici rischia di trasformare la piazza e il sito UNESCO in strumenti nelle mani di chi ha legami politici e imprenditoriali, senza preoccuparsi minimamente della tutela del patrimonio pubblico. Il futuro della gestione degli spazi pubblici e dei beni culturali in città non può essere lasciato alla discrezione di singoli, ma deve essere regolato in modo chiaro e trasparente, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni competenti.
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