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La maggioranza si è spaccata

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“Se fate parte del governo dovete essere a favore della Tav. Durante le dichiarazioni di voto in Aula, il leghista Massimiliano Romeo lo aveva scandito con chiarezza. Perché sebbene la mozione del Movimento 5 Stelle contro l’alta velocità impegna il parlamento e non il governo, “la questione politica resta” e mette seriamente in discussione la maggioranza gialloverde.

“Chi vota no alla Tav – ha aggiunto – si prenderà la responsabilità politica delle scelte che saranno prese nei prossimi giorni e nei prossimi mesi”. Alla fine il Senato ha approvato le quattro mozioni a favore della Torino-Lione e ha respinto quella contraria presentata da Cinque Stelle. Ora il governo Conte dovrà fare i conti con questa spaccatura e soprattutto con l’ennesimo “no” dei grillini.

Sulla Torino-Lione la maggioranza si è schiantata ad altissima velocità. La Lega, d’altra parte, lo aveva detto subito che avrebbe votato tutte le mozioni a favore della grande opera che collega il Nord Italia al resto d’Europa. E quando, poco prima dell’apertura della seduta a Palazzo Madama, i dem hanno deciso di ridurre il testo ad appena tre righe per impegnare il governo ad “adottare tutte le iniziative necessarie per consentire la rapida realizzazione della nuova linea ferroviaria”, eliminando dunque la premessa in cui criticava l’esecutivo e la maggioranza per i continui tentennamenti sulla realizzazione dell’infrastruttura, il centrodestra (Lega compresa) ha fatto immediatamente convogliare i propri voti a favore della mozione. “Sono due righe – ha spiegato Romeo – la votiamo certamente…”. I “sì” sono arrivati da 180 senatori e i grillini si sono immediatamente scatenati su Facebook. “L’inciucio è servito”, hanno tuonato. In realtà, non avendo presentato una propria mozione, la Lega si è limitata a votare tutte le mozioni a favore dell’opera. Oltre a quella targata Pd ha, infatti, appoggiato anche quella di Forza Italia e quella di Fratelli d’Italia.

“La giornata di oggi è un po’ surreale”. E i leghisti non hanno fatto fatica ad ammetterlo. “Possiamo capire le posizioni storiche e identitarie del M5S – ha commentato Romeo – ma se fanno parte del governo e Conte ha detto che l’opera va fatta devono essere a favore della Tav”. Non ci sono alternative. Matteo Salvini e i suoi la ritengono una questione di credibilità complessiva per l’esecutivo. “Avere due forze di maggioranza che votano diversamente pone una questione politica”, ha aggiunto Romeo, che poi ha affondato il colpo: “Chi ha votato ‘no’ alla Tav si prenderà la responsabilità politica di questa scelta”. Il punto è che i leghisti non intendono più accettare il blocco di alcune misure fondamentali, come l’autonomia, la riforma della giustizia e il taglio delle tasse. Il fatto che la mozione dei Cinque Stelle non sia passata ha poca importanza. Rimangono sulla carta il loro “no” all’alta velocità e alle indicazioni di Conte e, soprattutto, la profonda spaccatura nella maggioranza. Tanto che le opposizioni già chiedono al premier di salire al Colle per riferire sullo stato di salute dell’esecutivo.

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