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La satira di Maurizio Crozza e la risposta al veleno di Matteo Salvini

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Il monologo l’ha fatto ‘a distanza’, forse ancora traumatizzato da quella sua partecipazione che scatenò le ire del pubblico in sala: ma Maurizio Crozza, in collegamento con l’Ariston, le frecciatine le ha assestate per bene e ha sparigliato le carte di un Sanremo che è sempre show vero, ma un po’ ingessato e formale.

Matteo Renzi, Virginia Raggi, Matteo Salvini: il comico genovese ne ha per tutti, e per lui come da tradizione sanremese non manca un pizzico di polemica, questa volta che giunge direttamente dal web: al leader della Lega Nord proprio non va giù la battuta del satirico Maurizio Crozza

Carlo, sei contento che la prima polemica del festival è stata su di te e sul tuo cachet? Ma Matteo Salvini ha ragione, io darei anche il suo stipendio ai terremotati. Che poi, ma che lavoro fa Salvini? E’ pagato dall’Europa per dire che dobbiamo uscire dall’Europa. E’ come se tu che sei pagato dalla Rai dicessi di guardare Sky

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Crozza dunque difende Carlo Conti dalle polemiche sul cachet, sottolineando “Hai dovuto dire di aver fatto beneficenza. E tu Maria, non hai voluto neanche un voucher di Poletti. Io ve lo dico sono di Genova col ca*** che non voglio essere pagato”.

E la risposta di Salvini è veloce come un tweet:

Festival di , non so a voi ma a me non fa più ridere… Milionari che fanno la morale

Ad offendersi è stato il leader della Lega, ma non che Crozza sia stato tenero con gli altri personaggi politici: parte con una battuta sul ‘Festival delle larghe intese’ e con gli ormai classici parrucca e dentini di Matteo Renzi: “Carlo, pensaci bene, l’ultima volta che un toscano ha fatto un inciucio del genere si è preso una tranvata che è ancora in prognosi riservata. Rischia di sciogliersi prima il Pd della prognosiCarlo, non personalizzare – prosegue con riferimento all’esito negativo del Referendum Costituzionale – Non dire che ti ritiri a vita privata. Sei il direttore artistico del festival, altrimenti ti tocca fare scaletta e poi farlo condurre ad Amadeus, come ho fatto io con Gentiloni, che è un po’ l’Amadeus della politica italiana”.

Poi è il turno della tanto chiacchierata sindaca di Roma: “Virginia Raggi mi piace da morire. Con quel suo sorriso un po’ ingenuo, un po’ smarrita, a tratti assente, con quel suo sguardo vacuo. Che descritta così sembra scema, invece no, è sindaco. Perché bisogna essere proprio sindaco per accettare Roma”.

La chiosa invece è rivolta ai conduttori, alla coppia Carlo Conti/Maria De Filippi che è già nella storia:

Da giovane Carlo cantava e lavorava in banca, Maria ha tentato il concorso in magistratura e poi si è inventata Amici, C’è posta per te: è evidente che siete fatti l’uno per l’altra. Banche toscane e magistratura: se aveste proseguito le vostre carriere, vi sareste incontrati lo stesso

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