Ha respinto tutte le accuse Vincenzo Schiavone, imprenditore della sanità proprietario di alcune cliniche in Campania, agli arresti domiciliari dal 23 gennaio nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che gli contesta i reati di corruzione ed illeciti edilizi in relazione ai lavori di ampliamento della clinica “Pineta Grande Hospital” di Castel Volturno (Caserta).
Interrogato alla presenza dei suoi legali Giuseppe Stellato e Claudio Sgambato dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Grammatica Schiavone ha negato ogni addebito, specie quello relativo alla corruzione, contestata in relazione ad alcune assunzioni, come quella dell’endoscopista Domenico Napolitano, genero dell’ex responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Castel Volturno Carmine Noviello, arrestato nel gennaio 2019 e attualmente sotto processo nella prima tranche dell’indagine della Procura. Nei prossimi giorni i legali di Schiavone presenteranno richiesta al tribunale del Riesame di Napoli perché venga annullata l’ordinanza, e perché l’imprenditore venga rimesso in libertà.
L’imprenditore ha anche ammesso di aver fatto 300 assunzioni negli ultimi anni proprio in vista dell’ampliamento della clinica, e ha negato vi fossero violazioni urbanistiche e falsi nella stesura degli atti da presentare al Comune e agli altri enti per ottenere le autorizzazioni. Vanno intanto avanti i colloqui tra lo staff difensivo di Schiavone e la Procura guidata da Maria Antonietta Troncone in relazione al sequestro del cantiere di ampliamento della clinica; i sigilli furono apposti nel settembre 2019; Schiavone chiede che le opere, che danno lavoro a decine di persone, proseguano. Nell’indagine della Procura sono indagati l’ex sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo con tutta la sua giunta e il Consiglio comunale in carica durante il suo mandato (2014-2019), tre funzionari regionali, l’ex sovrintendente paesaggistico di Caserta e Benevento.
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