CASERTA – Cappellino per l’elemosina da una parte e smartphone o sigaretta dall’altra.
È questo l’identikit del “nuovo” profugo. Una figura che impazza, da mesi ormai, per le strade del centro di Caserta, scatenando polemiche tra gli abitanti, che si sentono molestati ad ogni angolo con insistenti richieste di denaro da parte degli immigrati.
“Ehi, capo, un euro”. Oppure: “Signora, ho fam, piccola offerta per mangiare”. Ma quale offerta per mangiare: per loro vitto e alloggio sono gratuiti.
E meno male, altrimenti al posto delle sigarette o delle schede telefoniche, con i soldi dell’elemosina gli immigrati dovrebbero comprarsi il mangiare.
Ma la gente ormai lo ha capito e se all’inizio c’era ancora qualcuno che allungava una piccola offerta, oggi quei cappellini sono più o meno vuoti. “Che altro vogliono, appena dici qualcosa ci accusano di razzismo. Il razzismo è verso gli Italiani che non arrivano a fine mese, Casertani nel disagio più totale, che vivono abbandonati dalle istituzioni.”, lamentano i più.
Resta soltanto il fastidio procurato ai cittadini e ai turisti che visitano la Reggia.
Le forze dell’ordine non possono fare nulla. Motivo? Hanno tutti lo status di rifugiato politico e, quindi, sono protetti dalla legge. Se a ciò aggiungiamo che l’accattonaggio non è reato, i conti sono presto fatti.
Ma torniamo ai telefonini. Nelle vie di grande afflusso chiedono tutti l’elemosina, allungando il cappellino sotto il naso dei passanti, ma una volta girato l’angolo, ecco uscire magicamente dalle tasche smartphone di ultima generazione e pacchetti di sigarette. Insomma, bella la vita da rifugiato.
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