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Movida, regole violate e piscio dietro i portoni delle civili abitazioni

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Caserta – Un nuovo week end di disagi notturni viene segnalato da i residenti del centro storico del capoluogo alle prese con i disagi derivanti dalla movida che, soprattutto al termine dei controlli disposti dalla Prefettura, finisce puntualmente fuori controllo.

Il primo problema resta quello degli schiamazzi e della musica che, in maniera ossessiva, proviene dai localini di via Ferrante, via Maielli, via Sant’Agostino, via Sant’Antida e largo San Sebastiano. Incuranti delle regole e degli orari di somministrazioni, la ‘serata’ prosegue fino alle prime ore della mattina successiva. Un problema a cui si somma anche quello della gestione igienico-sanitaria del fenomeno. Gli addetti Isvec sono puntuali nella raccolta dei rifiuti della movida, soprattutto plastica e carta, ma il problema testimoniato dal comitato vivibilità cittadina riguarda principalmente i comportamenti degli utenti della movida, in particolare i giovani. “Ancora questo week end la situazione è finita fuori controllo al termine degli orari dei controlli programmati. La cosa più avvilente è il problema dell’impreparazione del comparto commerciale cittadino all’invasione notturna. Ogni locale è grande più o meno, venti metri quadrati e i servizi igienici sono insufficienti per le migliaia di persone che sono in strada. Il risultato – spiega Rosi Di Costanzo – è che dai nostri balconi, a tutte le ore della sera e della notte, siamo costretti a vedere ragazzi in piedi urinare vicino ai muri e ragaze accovacciate e coperte, alla meno peggio, dalle amiche. Mi domando se hanno per abitudine, anche a casa loro, di urinare sui muri e, soprattutto, cosa l’amministrazione intende fare per risolvere questo problema. Lo spazzamento della mattina non garantisce la rimozione della puzza che è avvilente, soprattutto ora che si avvicina l’estate e i residenti reclamano di dormire con le finestre aperte. Questo – continua – è consentito dall’inefficienza delle nostre istituzioni che, per prime, dimenticano l’importanza del decoro e della vivibilità. E’ indecoroso, sembra di essere in una favelas del terzo mondo e non a due passi da un monumento Unesco che andrebbe tutelato nell’interesse di tutta l’umanità. Se consentiamo tutto questo e non educhiamo al rispetto degli altri e del territorio – conclude la presidente del comitato vivibilità cittadina – come ci possiamo stupire dei graffiti che compaiono sui monumenti?”. Sul fronte dell’ordine pubblico cittadino è stata la stessa presidente del comitato vivibilità cittadina a segnalare le nuove sanzioni che il Comandante della Polizia Locale Antonio Piricelli ha proposto di adottare all’amministrazione comunale. Un giro di vite con multe, per i locali irrispettosi delle regole su inquinamento acustico e orari di apertura, tra i 154 a i 1032 euro (come previsto dall’articolo 7 bis del testo unico di pubblica sicurezza). Ad aggravare le nuove norme anche il progressivo aumento dei giorni di chiusura imposti ai locali multati (dai 5 della prima sanzione agli 80 della sesta con scaglioni intermedi di 15, 30 e 60 giorni. “La proposta del Comandante è utile a fronteggiare le degenerazioni della Movida ma ora tocca all’amministrazione dare seguito e adottare l’ordinanza” sottolinea Di Costanzo. Più che la volontà politica, in questo momento, ad incidere sulle dinamiche dell’amministrazione è la garanzia tecnico-normativa che le nuove norme non siano attaccabili in sede giudiziaria. In caso di multe, non si vuole creare opportunità di aprire contenziosi al Tar il cui esito sarebbe imprevedibile e potrebbe comportare ulteriori oneri per l’Ente. Ne sono convinti anche i consiglieri comunali di maggioranza che difendono la decisione dell’assessore Emiliano Casale di valutare in maniera approfondita l’ordinanza proposta. Corretto, però, il principio adottato dal Comandante Piricelli, come sostiene il consigliere Giovanni Lombardi eletto della lista ‘Moderati-Insieme per Caserta’: “In presenza di recidività mi sembra giusto che ci sia un aumento delle sanzioni a carico degli esercenti. Non saprei dire dal punto di vista tecnico-legale se è possibile applicare lo schema a 6 scaglioni o se questo non vada rivisto. La questione – sostiene Lombardi – è delicata. Il nostro intento è fermare tutto ciò che è contro le regole del Comune e del buon senso e ogni provvedimento andrà valutato per evitare ricorsi che rischierebbero di vanificare il lavoro svolto finora”.

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