Nel silenzio della società ‘CIVILE’ le ringhiere anticlochard

Per scelta di vita o per costrizione degli eventi della vita, sono costretti a vivere una vita disagiata, qualcuno li chiama clochard, altri barboni anche se sarebbe un termine da scartare perché è politicamente e più umanamente corretto usare senzatetto, ma non rende appieno l’idea. Qualunque termine si voglia usare, al giorno d’oggi ci sono…

Per scelta di vita o per costrizione degli eventi della vita, sono costretti a vivere una vita disagiata, qualcuno li chiama clochard, altri barboni anche se sarebbe un termine da scartare perché è politicamente e più umanamente corretto usare senzatetto, ma non rende appieno l’idea. Qualunque termine si voglia usare, al giorno d’oggi ci sono parecchie persone in precarie condizioni di vivibilità, quelli che non trovano di meglio che un cartone o stracci per potersi riposare di notte sotto i portici.

Vite di persone che hanno scelto un’esistenza basata sulla libertà, ma soprattutto di persone ammalate, disconosciute dai familiari, tossicodipendenti, ex carcerati o pazienti dimessi dai manicomi.

Ci sono però anche disoccupati, immigrati, sfrattati, emarginati per gli innumerevoli casi della vita. Forse è proprio il caso dei senzatetto che fino ad oggi pomeriggio erano ubicati nella centralissima via Cesare Battisti, davanti il Banco di Napoli.

Bisogna ricordare che la loro presenza ha creato non molte polemiche da parte dei residenti e commercianti della suddetta strada ma anche tanti gesti di solidarietà da parte di varie associazioni.

Una di queste è proprio Caserta Kest’è, in particolare il membro dei giovani, Maurizio Raimondi che prendendo a cuore la vicenda, e molte volte frainteso, ha più volte cercato di convincere i senzatetto di accettare la sistemazione in un centro adatto che avrebbe potuto offrire loro una vita più decente.

Raimondi ha interpellato anche chi di dovere in modo che questi sfortunati possano vivere decentemente in un luogo adatto e non in mezza a una strada.

Su questa vicenda si è più volte discusso e sono state effettuate varie segnalazioni agli organi competenti anche da residenti, commercianti e comitati di cittadini.

Purtroppo nessuno è intervenuto e neanche si è provato a trovare una soluzione migliore, fino a che oggi pomeriggio, siamo venuti a conoscenza che l’unica soluzione trovata è stata quella di montare “ringhiere anticlochard”, fissate all’esterno del Banco di Napoli, e quindi, chiudendo lo spazio dei portici dove i senzatetto erano soliti vivere.

Secondo tanti come noi, non è una soluzione perché in questo modo non è stato risolto il problema.

Infatti, i senzatetto si sono spostati sotto ai portici di fronte, dove potranno continuare a vivere nel degrado e l’indifferenza dell’amministrazione comunale che latita nella risoluzione di tale questione.

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