Sono circa le 21:30 quando in via Santa Maria a Cubito, all’angolo con piazza Rosselli, arrivano due uomini a volto coperto da casco a bordo di una moto di grossa cilindrata, un Transalp, esplodono più di 10 colpi di pistola.
I colpi sono stati esplosi sia in aria che ad altezza uomo. I proiettili si sono conficcati in delle auto in sosta e in una serranda di un negozio per fortuna chiuso. Testimone oculare della vicenda è stato Angelo Ferrillo, coordinatore regionale della lista “Mai più Terra dei Fuochi”.
Il coordinatore era presente sul posto in quanto in quel momento stava per iniziare il comizio elettorale della coalizione di Raffaele De Leonardis di cui fa parte anche la lista di Angelo Ferrillo.
Ferrillo ha rilasciato la testimonianza anche ai carabinieri giunti con il comandante della compagnia di Giugliano, il capitano Antonio De Lise ed il comandante della stazione di Qualiano maresciallo Pasquale Bilancio che con i rispettivi uomini stanno indagando sulla vicenda ai quali ha ribadito: “Mi hanno puntato la pistola contro ed ho avuto paura per la mia vita. Non auguro a nessuno di vedersi puntare la pistola contro e sentire esplodere i colpi. Grazie a Dio sono ancora qui a raccontarlo. Mentre qualche pseudo intellettuale con la scorta fa solo proclami. Lo Stato dove sta? Il ministro dell’interno Salvini venga nella provincia di Napoli che siamo come la Siria. Si spara tra la folla durante i comizi elettorali in mezzo a donne e bambini. Senza curarsi delle vite di innocenti. Stasera poteva finire in tragedia. Caro presidente della Repubblica Mattarella e presidenti di Camera e Senato prendete atto, qui dalla #terradeifuochi è tutto…”
Gli inquirenti non escludono nessuna pista anche se al momento quella più probabile è quella del racket in quanto nel periodo estivo, per i clan malavitosi iniziano la raccolta fondi per pagare gli stipendi di ferragosto ai carcerati e quella è una zona in cui si sono aperti nuovi esercizi commerciali e quindi questo sarebbe un modo per spaventare i titolari dei negozi e costringerli a pagare il pizzo.
La presenza del comizio elettorale a poche decine di metri dal luogo della sparatoria, fa si che quella del racket non sia l’unica pista accreditata ma è possibile che sia stato qualche atto intimidatorio nei confronti dei partecipanti al comizio. Il tutto è al vaglio degli inquirenti che stanno cercando di capire le esatte dinamiche.
Solo dieci giorni fa, il blitz dei carabinieri che svelava il ‘mercato’ del voto di Qualiano. Un candidato consigliere comunale viene sorpreso dagli investigatori mentre consegnava biglietti per una “consumazione da bar” gratuita in un vicino bar del valore di 10 euro.
Il candidato e un rappresentate della stessa lista vengono denunciati per turbativa delle operazioni di voto nelle sezioni elettorali. Poco prima, l’irruzione dei carabineri nel rione popolare costituito dalle palazzine-dormitorio di via Di Vittorio. Il sospetto: compravendita di voti, prezzi che oscillavano da 30 a 50 euro.
Tra i personaggi nel mirino degli inquirenti, un pregiudicato che aveva con sé materiale relativo allo schieramento del candidato di centrosinistra.
Uno scenario di elezioni inquinate. Ma in più, ora, ci sarebbero minacce e raffiche di proiettili. I carabinieri in contatto con la Procura stanno ascoltando già altri testi e recuperando il materiale di telecamere di alcuni esercizi commerciali. Contatti avviati con la Prefettura. Un miracolo che non vi siano stati feriti. E ora sul voto di Qualiano scattano maggiori misure di sicurezza.
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