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Quando i bulli siamo noi

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Il bullismo è un’epidemia: ogni giorno, in tutto il mondo, i media presentano storie di violenza tra ragazzi al limite del verosimile.
E’ un ciclo che si ripete aumentando d’intensità, generazione dopo generazione. Chi è a capo di questa catena? Da dove nascono il germe del bullismo e il riflesso della sua vittima?

L’avvenire di una umanità socievole inizia immediatamente dopo la nascita, si nutre dell’armonia della famiglia e cresce nell’abbraccio della società. Purtroppo lungo la strada si trovano non pochi intoppi…

divieto-bambini-bullismo

La società odierna considera i bambini cittadini di serie C. Ciò è confermato dai continui divieti a giocare, a esprimersi, a correre, dai locali che espongono i cartelli con scritto: “Vietato l’ingresso ai bambini”, dagli occhi al cielo degli adulti e dai continui sguardi di disappunto generosamente elargiti ai più giovani. Per non parlare delle violenze fisiche e psicologicheche sono considerate un reato se perpetrate da adulto ad adulto ma considerate un metodo educativo (e anche di primissimo ordine) se inflitte da un adulto a un bambino.

Esiste un mito globale che considera i bambini degli insensati lunatici da imbrigliare e dirigere.
Troppo spesso essi sono definiti individui irrazionali che necessariamente vanno sottomessi e domati dall’autorità di turno, sia questa un parente o un insegnante. C’è l’adulto che intimidisce, quello che stuzzica, quello che fa false promesse, quello che deride, quello che minaccia, quello che patteggia, quello che alza la voce e infine quello che alza le mani. Gli esempi sono innumerevoli, ma in ciascun caso il fine rimane lo stesso: mettere le necessità del bambino in secondo piano, inculcando la legge del più forte. Pochi sono quelli che hanno la delicatezza di osservare, senza ordinare, oppure la saggezza per ascoltare, senza giudicare.

La definizione di bullismo è “Atteggiamento di sopraffazione sui più deboli, con riferimento a violenze fisiche e psicologiche attuate”. Suona familiare? Scommetto che la maggior parte dei lettori ha avuto comportamenti da bullo con i propri figli almeno una volta nella propria vita.

Anche i genitori sbagliano.

I genitori sono colpevoli di violenza? Certo che no, suvvia, che esagerazione.

Si sgrida e si punisce in buona fede, lo si fa proprio per i propri figli, per crescerli forti e temprati, educati e socievoli. Per renderli pronti a farsi strada in un mondo sempre più difficile da gestire. Oppure perché talvolta siamo stanchi e la pazienza non basta… O ancora perché lo dicono i manuali per perfetti genitori.

Se suggerissi che questa non è la direzione giusta? Se insistessi sul fatto che la propria infanzia non sia sempre un modello da imitare? Se proponessi che la nostra società fatta d’individui arrabbiati, freddi e alienati fosse il risultato di un percorso sbagliato, ripetuto di anno in anno? Immagino che molti si sentiranno il dito puntato contro, ma non è questo lo scopo dell’articolo. L’obbiettivo è di far riflettere, e eventualmente mettere in discussione la realtà come la conosciamo. Ecco degli esempi di “bullismo parentale” resi accettabili dalla società.Sono tutte violenze fatte a fin di bene.

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  • Si forzano i bambini ad andare a scuola (o in qualsiasi altro luogo) anche se siamo consapevoli che sia una cosa che va contro i loro desideri. Si minimizzano i loro sentimenti, giudicandoli come banali e ordinari, in una parola: irrilevanti. Specialmente quando affermano che “odiano la scuola” li buttiamo giù dal letto ugualmente e li obblighiamo ad andarci tutte le mattine.
  • Si lasciano piangere i bambini senza consolazione, trattenendo il proprio affetto anche quando lo chiedono con lacrime e urla. Questo accade talvolta anche con i neonati, che più di chiunque altro hanno bisogno di sentire il calore e l’accettazione del proprio genitore.
  • Si mettono i figli in castigo, allontanandoli e obbligandoli alla solitudine. Che sia in cameretta, seduti su di una sedia o chiusi in casa senza poter uscire, poco importa. Si passa il messaggio che per imparare e per migliorare bisogna soffrire ed essere puniti.
  • Si finge di dare ai bambini una libertà di scelta, ma al contrario essi sono manipolati continuamente. I bambini solitamente non possono scegliere i propri abiti, cosa mangiare, l’ora in cui andranno a letto, i giocattoli con cui giocheranno. Spesso si usa questo potere decisionale per elargire privilegi, come mezzi per corrompere e soggiogare, negandoli al momento opportuno o promettendoli in premio.

Questo è il volto del bullismo domestico.

A ogni azione è legata una conseguenza che la riflette. Le umiliazioni feriscono l’integrità e la dignità del bambino, anche se gli effetti possono non essere visibili immediatamente. I bambini maltrattati faranno soffrire altre persone, diventando essi stessi carnefici, oppure sceglieranno di soccombere e diventare vittime, avendo perso ogni speranza nella giustizia. Così si perpetra il bullismo. I bambini offesi dai propri genitori assimileranno la violenza e la utilizzeranno, una volta cresciuti, contro i propri figli, magari senza esserne consapevoli, oppure pensando di fare del bene, ignorando il proprio istinto.

Le giustificazioni sono all’ordine del giorno: “Lo obbligo a mangiare le carote perché fanno bene”, “Lo metto a letto alle otto perché il sonno è importante”, “Lo lascio piangere perché si deve abituare ad addormentarsi da solo”, “Gli tolgo la Play Station perché non si sa gestire”. Soprusi piccoli e grandi, che s’immagina abbiano un esito positivo una volta raggiunta l’età adulta. Soprusi che alimentano odio, rabbia e rancore e che porteranno esclusivamente a ulteriore odio, rabbia e rancore.

Si stanno spendendo tempo e soldi per combattere il bullismo giovanile con gruppi di discussione scolastici, corsi di autodifesa e manuali. Tutti target sbagliati, o quantomeno non primari. Per estirpare il bullismo alla radice bisogna lavorare con le famiglie, con le giovani coppie. Educando a una sana e rispettosa genitorialità si eviterà il nascere di nuovi bulli. Inoltre, una politica che garantisca più sicurezza economica alle famiglie e soprattutto più tempo libero è fondamentale per dare una svolta al sistema. Noi genitori siamo tenuti a riconoscere gli effetti delle nostre azioni sul futuro dei nostri figli e abbiamo l’obbligo di assumerne la piena responsabilità. Maltrattare i propri figli non è mai accettabile, il mondo ci sta facendo da specchio, troviamo il coraggio di guardarne il riflesso e smettiamola di minimizzarne la gravità.

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