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Reggia di Caserta “a metà”: turisti avvisati all’ultimo con un altoparlante.

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 Il presidente dell’Abbac: “Uno scandalo, chiederemo chiarimenti al Ministero”

È inaccettabile quanto accaduto ieri alla Reggia di Caserta, simbolo del patrimonio culturale italiano. In molti, pur conoscendo in anticipo la chiusura degli appartamenti reali, sono stati lasciati nell’incertezza. Ma la vera beffa si è consumata per decine di visitatori che, una volta oltrepassati i cancelli, sono stati informati solo tramite un altoparlante che il palazzo reale era chiuso.

Una “Domenica al Museo” trasformata in una delusione collettiva.
Il motivo? La solita carenza di personale, che ha consentito l’apertura del solo parco. Una situazione surreale, se si considera che l’iniziativa della prima domenica del mese, con ingresso gratuito nei luoghi della cultura, dovrebbe rappresentare un’occasione per avvicinare i cittadini all’arte, non allontanarli con disservizi e disorganizzazione.

Tra i visitatori amareggiati anche Agostino Ingenito, presidente dell’Abbac – l’Associazione dei Bed & Breakfast e Affittacamere della Campania – che ha denunciato pubblicamente l’accaduto:
“Una vergogna. Centinaia di persone, anche straniere, hanno scoperto solo all’ultimo minuto che non avrebbero potuto visitare gli appartamenti reali. È impensabile e profondamente scorretto nei confronti di chi sceglie di investire il proprio tempo – e spesso anche denaro – per vivere un’esperienza culturale.”

Ingenito chiede chiarezza e promette un’azione concreta.
“Mi rivolgerò al ministro della Cultura Alessandro Giuli e ai parlamentari del territorio – afferma – affinché venga fatta luce su questa gestione approssimativa: vogliamo sapere se si è trattato di un caso isolato o se questa è ormai una prassi nei giorni di maggiore afflusso.”

E conclude con un affondo durissimo: “Non è tollerabile che uno dei luoghi più rappresentativi del nostro patrimonio venga trattato con tale superficialità. I turisti – italiani e internazionali – meritano rispetto. Così si danneggia l’immagine della Campania e si mortifica la cultura.”

  
     
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