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Caso di San Leucio: Una Gestione Sospetta e le Ombre che si allungano sulla futura Amministrazione

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CASERTA – Il caso della gestione del Belvedere di San Leucio, sito UNESCO di grande rilevanza per Caserta, è una vicenda che rischia di non essere stata adeguatamente considerata dalle istituzioni preposte, tra cui la Commissione d’Accesso e la Prefettura. Mentre il Comune di Caserta è stato commissariato per infiltrazioni mafiose, con particolare attenzione alla figura di Raffaele Capone, figlio del noto camorrista Giovanni Capone, un altro aspetto cruciale merita di essere portato alla luce. La gestione del Belvedere di San Leucio, affidata senza gara ad evidenza pubblica al simpatico Massimo Vecchione, impresario teatrale, è stata una scelta che solleva non poche perplessità, soprattutto in relazione ai legami personali e professionali che lo stesso Vecchione intrattiene con Raffaele Capone.

Se, come affermato dalla Prefettura e dalla Commissione d’Accesso, Capone è considerato un “camorrista pericoloso”, come è possibile che Vecchione, padrino di battesimo della figlia di Capone, abbia il controllo di un sito tanto importante per la città?

L’Affidamento del Belvedere: Una Scelta Opaca
Massimo Vecchione ha ottenuto la gestione del Belvedere senza alcuna gara ad evidenza pubblica, una decisione che di per sé solleva preoccupazioni in merito alla trasparenza e alla correttezza delle pratiche amministrative. Il sito, che rappresenta una delle gemme turistiche di Caserta, dovrebbe essere gestito con la massima trasparenza e nel rispetto delle normative, soprattutto quando si parla di beni culturali di grande valore. La gestione senza gara, però, ha fatto sì che il Belvedere venisse affidato a un soggetto privato, Massimo Vecchione, che ha organizzato il suo cartellone di eventi, “Un’estate da Belvedere”, senza che l’amministrazione comunale avesse un controllo diretto.

Ma ciò che rende questa vicenda ancora più complessa è il legame tra Vecchione e Raffaele Capone. Sebbene non esista una prova definitiva di collegamenti criminali tra Vecchione e il clan dei Belforte, la Prefettura e la Commissione d’Accesso hanno definito Capone un “camorrista pericoloso”.

Se le istituzioni riconoscono Capone come tale, ci si chiede come mai una figura con legami familiari diretti con lui, come Vecchione, sia stata messa a capo di un sito così strategico e simbolico per la città di Caserta.

Il Silenzio delle Istituzioni: Un’Inchiesta Necessaria
La Prefettura e la Commissione d’Accesso, pur avendo individuato infiltrazioni mafiose e collegamenti pericolosi nell’amministrazione comunale, non sembrano aver preso in considerazione la questione della gestione del Belvedere. Un sito così significativo per l’identità culturale ed economica della città, se gestito da una figura legata a un camorrista, dovrebbe essere esaminato con molta attenzione. La mancanza di un’analisi approfondita in questa direzione lascia aperti numerosi interrogativi sulla capacità delle istituzioni di monitorare davvero tutte le aree sensibili, specialmente quelle che potrebbero essere vulnerabili a influenze camorristiche.

La domanda che dovrebbe anche a Voi sorgere spontanea è: come è possibile che, in un contesto in cui si riconosce il pericolo rappresentato da Capone, Massimo Vecchione, che ha legami familiari diretti con lui, venga comunque posto al comando di un bene pubblico così importante? La Prefettura e la Commissione d’Accesso devono spiegare perché non hanno preso in considerazione questo legame, che appare quantomeno problematico, nella loro valutazione complessiva della situazione.

Un Danno Economico e Sociale
Oltre alla questione della trasparenza e della legalità, c’è anche un danno economico da considerare. L’affidamento del Belvedere senza gara ha impedito che il Comune potesse ottenere il massimo beneficio economico dalla gestione del sito, una risorsa che dovrebbe essere valorizzata nel rispetto delle leggi e delle procedure. Se l’affitto e la gestione del sito sono stati affidati senza la dovuta concorrenza, è possibile che il Comune abbia perso opportunità di guadagno o non abbia ricevuto i giusti compensi per l’uso di un bene pubblico.

Le decisioni prese in passato potrebbero compromettere il futuro economico del sito, mettendo a rischio anche le iniziative future di valorizzazione turistica e culturale. Le scelte fatte oggi potrebbero non solo danneggiare il bilancio del Comune, ma anche pregiudicare la reputazione della città, che rischia di essere vista come un luogo dove la gestione dei beni pubblici è permeata da pratiche clientelari e opache.

La Minaccia di Nuove Alleanze Politico-Imprenditoriali
Guardando al futuro, c’è un’altra preoccupazione che non può essere ignorata: quella che riguarda le possibili alleanze politiche e imprenditoriali in vista delle elezioni comunali del 2027. Se non si interviene ora, c’è il rischio che figure come Massimo Vecchione possano continuare a esercitare una pressione indebita sulla politica locale, magari rafforzando legami pericolosi con esponenti politici in cerca di supporto elettorale. In questo scenario, Caserta potrebbe trovarsi a dover fare i conti con nuove forme di corruzione e infiltrazioni camorristiche che, a lungo termine, potrebbero portare a un altro scioglimento del Comune, come avvenuto nel 2025.

Un’Intervento Urgente della Prefettura e della Commissione Straordinaria
È ora di chiedere un intervento deciso da parte della Prefettura e della Commissione straordinaria. La gestione del Belvedere di San Leucio non può essere lasciata nell’ombra, e le omertà che ancora persistono intorno a questa vicenda devono essere affrontate con la massima serietà. La prossima amministrazione dovrà fare i conti con il rischio che nuove alleanze camorristiche possano prendere piede, se non si pongono subito rimedi. Non possiamo permettere che un bene così prezioso continui ad essere gestito in modo opaco, senza un controllo adeguato.

Le istituzioni locali e regionali devono assumersi la responsabilità di far luce su questa vicenda prima che sia troppo tardi. Il futuro di Caserta e della sua amministrazione dipende dalla capacità di tutelare la legalità e la trasparenza, impedendo che nuovi gruppi di potere, potenzialmente legati alla criminalità organizzata, possano radicarsi ulteriormente nel cuore della città.

 

  
     
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