All’epoca furono spesi nell’ambito della programmazione del Piu Europa – circa 780mila euro di fondi comunitari (tanto costarono i lavori di restyling di corso Trieste e via Mazzini) ma già dopo poche settimane dall’installazione, le pedane avevano subito i primi atti di vandalismo cui si sono aggiunti negli anni i danni dalle piogge, qualche incidente e i prevedibili segnali di deterioramento dovuti quasi certamente alla completa assenza di manutenzione e gestione.
Le tante richieste da parte del presidente di Caserta Kest’è, dott. Ciro Guerriero, rivolte all’amministrazione comunale di eliminare le pedane, da tanti commercianti denominate «obbrobri», sembra che finalmente siano state accolte. Infatti, questa mattina, dopo tanti anni di battaglie e tanti soldi spesi per le varie riparazioni è successo il ‘’miracolo”: l’amministrazione Marino ha deciso la rimozione delle pedane di legno che dovevano rappresentare l’arredo e rendere più attraente il Corso Trieste agli occhi di visitatori e turisti, oltre ad incoraggiare i flussi, soprattutto quelle pedonali, visto che la strada è una zona a traffico limitato.
Danneggiate, in qualche caso transennate per motivi di sicurezza, e soprattutto mai collaudate, le pedane erano diventate l’incubo dei residenti e dei commercianti che in questi anni ne hanno chiesto ripetutamente la rimozione.
Infatti , le pedane sono state pagate non poco, a dimostrazione che qui non esiste il centro destra e centrosinistra ma il partito unico della spesa pubblica e del menefreghismo che ha continuato a vivere anche durante l’amministrazione Marino. Per non parlare poi del degrado che imperversa in tutta la strada costellata da panchine rotte, marciapiedi divelti in più punti, cestini danneggiati, sporcizia e saracinesche abbassate con un unico risultato: un centro città fantasma.
Ma come dicevamo, questa mattina, gli operai della Ecocar hanno rimosso gli “obbrobri” ed l’amministrazione comunale ha speso altri 4 mila ottocento euro per questo lavoro. In attesa di sapere se è cosa prenderà il posto di questi manufatti, Kest’è…
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