CASERTA / VILLA DI BRIANO – Comincia tutto con una gara da 935 mila euro per asfaltare, rotatorizzare e intersecare: un triplo salto mortale stradale tra la Provinciale 333 e la 38. Sembra un’opera pubblica come tante. Finché non leggi tra le righe, o meglio, tra i verbali di gara mai pubblicati, custoditi gelosamente dal geometra Antonio Coppola, un nome che pare uscito da un episodio di Don Matteo, ma in realtà è in organico all’Ufficio Tecnico Provinciale.
La procedura? Con l’offerta economicamente più vantaggiosa, cioè non solo chi tira più al ribasso, ma anche chi promette miracoli con l’asfalto tecnico e rotatorie intelligenti. A vincere – per ora – è la Clg Costruzioni di Villa di Briano, che già nel nome sembra una squadra di Serie C, ma nella realtà costruisce cose vere. A volte anche strutture enormi e inutilizzate, come l’Urban Center sotto al municipio di Caserta.
Sì, proprio lui: l’Urban Center, la Disneyland dell’urbanistica mai vissuta, l’unica struttura che ha ospitato più inchieste della DDA che convegni sul PNRR.
Clg: curriculum chilometrico e memoria lunga
La Clg, guidata da Giovanni Della Corte, erede dell’imprenditore Antonio Della Corte (quindi: figlio, congiunto o coincidenza anagrafica?), è una di quelle imprese che vedi comparire un po’ ovunque: Caserta Vecchia, via Casa Hirta, rotatorie, marciapiedi, Urban Center, sogni, speranze e cantieri eterni.
In passato, Clg è finita nei riflettori della cronaca per l’appalto dell’Urban Center, una procedura gestita con l’ausilio esterno dell’ingegner Piero Cappello, nome noto agli appassionati di cronaca giudiziaria. Cappello è oggi sotto processo per altre gare (Calvi Risorta, altro grande classico), accusato di favorire imprenditori come Pezzella e Iorio, che secondo l’accusa sarebbero molto vicini a… diciamo a sistemi paralleli alla burocrazia tradizionale.
Consorzi e metamorfosi
Ma torniamo all’Urban Center. A vincere l’appalto fu il consorzio Coica, oggi noto come Consorzio Stabile Triangolo Lariano. Perché cambiare nome e sede, vi chiederete? Boh. Un rebranding? Una passione per la geografia lombarda? O magari l’effetto Collodi: più cambi nome, più sembri un bambino vero.
Ad ogni modo, nessuno della famiglia Della Corte, né del nuovo Consorzio Lariano, risulta indagato. E ci mancherebbe. Ma i nomi che girano sono sempre gli stessi, come in una tombola truccata dove “esce sempre l’ambo Della Corte – Cappello”.
Conclusione (provvisoria, come l’aggiudicazione)
In attesa che vengano pubblicati i verbali della gara – forse alla prossima era geologica – ci permettiamo di fare una piccola proposta: istituire un Urban Transparency Center dentro l’Urban Center. Sarebbe la prima volta che quella struttura viene utilizzata per lo scopo giusto.
Nel frattempo, le strade si asfaltano, le rotatorie si progettano, i verbali si nascondono e i nomi restano. Immortali. Come i cubi di cemento che nessuno osa abbattere. E come sempre, chi tace, costruisce.
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