Nel capoluogo, il tempo scorre tra asfalto rattoppato e promesse da rotatoria. Ma all’orizzonte, una figura si staglia tra le ombre del passato:
il giovane Falco, figlio dell’Abbonànima di Gigi, due volte sindaco e per anni ‘colonna portante’ del partito di Berlusconi…a proposito di colonna, sapete che fine hanno fatto? Lo sapete? Apposto !!!
Gigi Falco, per i veterani del bar e i cronisti della seconda fila, “era uno che faceva votare anche le pietre”. Un animale politico, carismatico, sempre con la giacca sbottonata e il sorriso da “non ti preoccupare, ci penso io”. Scomparso prematuramente nel 2013, la sua eredità aleggia ancora come un fantasma elegante nelle stanze del Comune e della Municipale.
Ed ecco uno dei figli Paolo, giovane ma non troppo, con lo sguardo fiero e lo stesso taglio di capelli anni Duemila, che “non conferma ma neanche smentisce” l’ipotesi di una candidatura.
Il Falco Jr. in occasione della conferenza stampa per l’adesione insieme al fratello Pietro Falco a Forza Italia (Pietro Falco era vicesegretario provinciale della Lega, di Gianpiero Zinzi ) che si è tenuta lo scrso anno all’hotel Royal atterrò con un discorso da palco e un colpo secco al cuore della narrazione altrui.
«Noi non seguiamo la strada maestra, quella è roba da cartellone pubblicitario sbiadito. Abbiamo la strada spianata per la vittoria.»
Parole forti, mirate, con quella punta di veleno nostalgico che fa sciogliere le sezioni storiche come zolle al sole.
E quando tocca il tasto dolente del Policlinico Fantasma, cala il gelo: «Trent’anni fa mio padre e il rettore Grella hanno messo la prima pietra. Oggi l’unica cosa che si inaugura lì è l’amarezza.»
Applausi, standing ovation, e via col revival.
Sul palco sale anche Amelia Forte, storica compagna di militanza giovanile: «Eravamo ragazzini, Forza Italia era una fede, il nostro zaino aveva solo due cose: un panino e un volantino elettorale.»
E mentre in platea qualcuno piange pensando al 1994 (non si sa se per nostalgia o per i pantaloni a zampa), Giuseppe Guida chiude il cerchio:
«La provincia di Caserta sarà decisiva per Martusciello presidente. Il partito cresce, e noi ci siamo. Con i Falco, con la storia, con le colonne e le pietre… quelle vere, non simboliche.»
Intanto, l’attuale indagato sindaco Marino osservava da lontano, leggermente infastidito dal furto di slogan, ma fiducioso che nessuno noterà la differenza tra “strada maestra” e “strada spianata”, soprattutto se si continua a parlare di marciapiedi in bilancio.
In città già circola la voce:“Torna il Falco, ma questa volta vola basso… per ora.”
I veterani sorridono, i giovani googlano “chi era Gigi Falco?”, e i serpenti della prima ora già affilano la lingua: “Non basta il cognome, servono i voti veri. ”
Ma il cognome pesa, e le telefonate dei nostalgici si moltiplicano: “Se davvero si candida, io torno a votare… come nel 2001.”
Intanto, nelle periferie al centro, si scommette su quale sarà la prima promessa elettorale di Paolo Falco:
-
“Un piano Marshall per i sampietrini del centro”, perché il vero sviluppo passa dalle scarpe pulite.
-
“Il Policlinico? Lo finiamo col rendering in 3D e ci mettiamo anche l’università di Hogwarts.”
-
“Ogni rotonda intitolata a una promessa non mantenuta, così non si dimentica nulla.”
Ma l’idea che piace di più è quella sussurrata da un anziano con tesserino Forza Italia ’95: “Paolo sindaco, Pietro vicesindaco… così finalmente si inaugura qualcosa.”
I fratelli Falco sorridono, Amelia Forte annuisce, Martusciello benedice.
Nel frattempo, Zinzi, dalla sua torre leghista, prende nota con penna verde Padania: “Appena partono coi manifesti, al mio segnale parte anche la controffensiva.”
(Che, a quanto pare, prevede gadget elettorali e un enorme gazebo con il plastico del Policlinico… finito.)
Ma attenzione! Una voce dal cuore nobile di San Leucio:
“Se scende in campo anche Pippo Boccalone detto ‘ò napoletano, è finita per tutti…”
Lascia un commento