Questa mattina, i Carabinieri di Aversa, hanno eseguito cinque arresti riconducibili ad un presunto traffico illecito di farmaci in odore di camorra. Dalle indagini da parte della Procura antimafia di Napoli, è emerso che i suddetti avrebbero organizzato un meccanismo finalizzato al reperimento fraudolento di medicinali di classe ‘A’ (ovvero farmaci essenziali e/o per malattie croniche, a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale) da destinare poi ad un commercio clandestino in Italia e anche all’estero.
Tra gli arrestati anche una donna: uno è stato condotto in carcere, mentre gli altri sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. Gli indagati sarebbero entrati in possesso dei farmaci con due distinte modalità: da un lato il reperimento illecito di medicinali da numerose farmacie ubicate in Campania, Lazio e Lombardia, utilizzando le cosiddette ‘ricette rosse’ rubate da ospedali e studi medici; dall’altro la compilazione di prescrizioni mediche a nome di ignari professionisti accreditati presso i S.S.R., per la somministrazione di farmaci di classe ‘A’ (con totale esenzione di ticket) a favore di pazienti inesistenti o ignari; il recupero dei medicinali poi trasferiti all’estero tramite vettori compiacenti e in totale assenza di qualsiasi attenzione alla corretta modalità di conservazione dei prodotti, con grave pericolo per la salute delle persone. È risultato che una grossa quantità di medicinali venivano esportati in Inghilterra e i pagamenti per il loro acquisto erano effettuati su carte prepagate intestate agli indagati. L’indagine risale al 2017 e, secondo l’accusa, i cinque avrebbero avuto l’autorizzazione a gestire il business da 600 mila euro direttamente da alcuni parenti del boss Francesco Bidognetti, detenuto da anni al 41 bis.
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