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Il treno del PD ‘destinazione italia’ travolge e uccide una donna, il silenzio sui media

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I grandi giornali, siti d’informazione e i canali di comunicazione della stessa Trenitalia stanno letteralmente tacendo sulla donna investita e uccisa nella stazione di Civita Castellana (Linea Fr1), presso la località Borghetto. La denuncia arriva dal dirigente regionale Ciro Guerriero, componente della commissione Trasporti.

La tragedia è avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri, domenica 26 novembre, ma a riportarlo è stata solo la testata locale TusciaWeb.

Anna Chiara Nobili, una ternana di 43 anni, è stata travolta e uccisa nel tardo pomeriggio di domenica dal treno targato «Destinazione Italia». Non un convoglio ferroviario qualunque, dunque, ma il treno su cui si sta facendo fotografare e riprendere Matteo Renzi. Certo, i fischi e gli insulti che lo hanno accolto in molte stazioni non hanno fatto notizia: a quanto pare, non sta facendo parlare neanche un fatto molto più drammatico come la morte della donna ternana.

L’impatto e la morte – Il tragico impatto è avvenuto alla stazione di Borghetto (Civita Castellana).  Sul posto è intervenuta la polizia ferroviaria di Orte e il 118, ma per la donna non c’è stato nulla da fare. Come mai, si chiede Guerriero, Trenitalia non ne ha dato comunicazione? «Forse perché il treno coinvolto pare sia quello noleggiato da Renzi e dal Partito Democratico? L’impianto di illuminazione e acustico era funzionante?».

Treno sgradito – Solo pochi giorni fa, il treno del Pd è arrivato in Toscana, terra di Renzi: a Montevarchi l’ex premier era atteso dal comitato Salva Banche. Un centinaio di manifestanti, risparmiatori truffati, lo ha accolto tra fischi, urla e striscioni come «Pinocchio sei la rovina dell’Italia»«La riforma della famiglia ti manderà a casa».

A metà ottobre, invece, il treno ha raggiunto le zone colpite dal terremoto. Ad Ascoli Piceno un gruppo di manifestanti che vivono nelle città coinvolte dalla tragedia del sisma, lo ha fischiato. Stessa storia, all’uscita di un calzaturificio di Montegranaro. Delle contestazioni se ne è parlato poco: così anche della tragedia che ha colpito la povera donna di Terni.

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