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Undici medici, solo 3 rispondono all’Asl , e 2 sono indeci

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CASERTA – Trasmettono abbastanza chiaramente quella sensazione di sperare in un aiuto che poi di fatto ha deluso le aspettative le parole del direttore sanitario dell’Asl Pasquale Di Girolamo :’Ieri hanno inviato l’elenco dei medici assegnati dalla Protezione civile alla provincia di Caserta. Di undici segnati, hanno risposto in tre al telefono: due sono indecisi se venire’. Ma, ciliegina sulla torta, continua il direttore, «i tre che hanno risposto non sono pneumologi o anestesisti.Si tratta di uno psichiatra, un’altra figura professionale e un chirurgo emerito, di 80 anni, che ha chiesto di poter essere d’aiuto in questo momento di grande difficoltà».
Di certo, «non guasterebbe l’esperienza del chirurgo, ma ciò non toglie la carenza delle figure essenziali in questo momento emergenziale», commenta Di Girolamo.

 L’Asl casertana però non è ferma al palo. Sull’albo pretorio aziendale ogni giorno sono pubblicati avvisi pubblici e bandi per il reclutamento del personale, nonchè la notizia che l’azienda attingerà da graduatorie di altre aziende sanitarie.

Fatto sta che è preoccupante che i medici non siano così decisi ad accettare la proposta di lavorare in Terra di Lavoro. Al di là di una scelta personale, «evidentemente sanno a cosa vanno incontro – è il commento di Nicola Cristiani, della Cisl di Caserta, delegato alla Sanità -.

Per capire bisogna pensare alle scelte compiute nel passato. Probabilmente stiamo pagando lo scotto di una cattiva gestione, dove c’erano solo tagli e pochi investimenti e scarsa attività di reclutamento.

Ad oggi, noi della Cisl attendiamo di poter incontrare la direzione dell’Asl per un confronto con il tavolo tecnico.

Ci rendiamo conto che il personale soprattutto degli ospedali Covid, ha bisogno di una formazione per affrontare l’emergenza.

Una formazione necessaria anche in epoca di emergenza. Ci troviamo senza personale perché molti hanno preferito andare altrove e altri di andare in pensione.

In molte strutture mancano i primari, manca la dirigenza. E il prezzo di tutto questo lo sta pagando l’utenza, i cittadini».

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