CASERTA – Ci sono cose che solo l’Italia riesce a fare con una certa poesia involontaria: come citare Roberto Maroni, simbolo della Lega del Nord, in un congresso della Lega diventata “nazionale”, mentre un deputato casertano commuove Firenze con un discorso che unisce camicie verdi, antimafia e orgoglio meridionale. Il tutto senza che nessuno rida. Tranne noi.
Il protagonista è Gianpiero Zinzi, ex qualcosa, oggi molto qualcos’altro, passato da ambienti politici vari come una valigia diplomatica al duty free. Oggi siede saldamente nella Lega, ma non quella dei “terroni via dall’Italia”, bensì quella nuova, che vuole restituire dignità al Sud attraverso l’autonomia differenziata, che – come noto – è l’equivalente politico dell’invitarti a cena e poi chiederti di portare anche i piatti, il vino, e possibilmente l’affitto.
L’abbraccio padano: quando Maroni mise la tenda in Prefettura
Zinzi, nel suo intervento carico di pathos e flashback, ha evocato Roberto Maroni come una sorta di San Francesco in giacca ministeriale, che scendeva da Varese per piantare la tenda nella Prefettura di Caserta. Letteralmente. “Veniva due, anche tre volte al mese” – ha detto Zinzi – non per mangiare la mozzarella, ma per guidare riunioni operative contro i Casalesi. Una sorta di Camper della Legalità con briefing, caffè al vetro e pizzini sequestrati.
Secondo il racconto, il “modello Caserta” sarebbe nato lì, in quel bivacco istituzionale tra carabinieri motivati, questori ispirati e finanza entusiasta. Gli omicidi di camorra – sostiene Zinzi – sono scomparsi grazie a Maroni. In pratica, la Pax Legana, un miracolo civico dove un varesotto e tre corpi dello Stato hanno fatto più di cinquant’anni di classi dirigenti locali.
Autonomia differenziata: la vendetta dei murales
Zinzi non si è fermato lì. Ha voluto affrontare anche l’altra grande questione del momento: l’autonomia differenziata, quella che se la spieghi a un bambino del Sud inizia a piangere. E lo ha fatto ricordando con orgoglio che la sua faccia è finita sui manifesti da “traditore”. Una specie di “wanted” a bassa risoluzione attaccato col Vinavil sui muri delle università, vicino alle pubblicità delle ripetizioni di diritto privato e ai volantini della serata karaoke al bar “‘O Scasso”.
Ma attenzione, perché per Zinzi non è tradimento, è liberazione spirituale e politica. L’autonomia differenziata, dice, “dà al Sud una grande possibilità storica”: liberarsi dalle “croste di una terra piagnona”. Cioè, finalmente basta con questa mania di chiedere scuole funzionanti, ospedali aperti o treni che arrivano prima della pensione. Il Sud, secondo lui, deve smettere di mendicare e cominciare a… beh, auto-finanziarsi da solo, magari vendendo i ricordi di Maroni in gadget negli Autogrill tra Maddaloni e Teverola.
La Lega? Oggi è ovunque. Tipo l’umidità.
E poi, il gran finale: “Sono fiero ogni giorno di più di essere in questo partito, che cresce ovunque”. E infatti la Lega, a Caserta, oggi è un po’ come il prezzemolo, ma più coriacea: in consiglio comunale, in consiglio regionale, in consiglio condominiale. La sensazione è che a breve ci sarà una lista civica chiamata “Lega dei Condomini Uniti”, col simbolo di Salvini che suona il citofono.
Il fantasma del Nord a Caserta
In omaggio a Roberto Maroni, qualcuno propone già di intitolargli una rotonda o un parcheggio multipiano. Ma attenzione: il vero sogno resta trasformare la Prefettura di Caserta in una escape room a tema “modello Caserta”, dove uscire è facile, ma tornare con un appalto regolare è impossibile.
Nel frattempo, l’autonomia galoppa, il Sud piange, ma con orgoglio, e Zinzi si gode il suo ruolo di ponte spirituale tra Varese e Caserta, una via Appia fatta di ruspe, memoria selettiva e cartellonistica commemorativa.
Lascia un commento