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“LA NOTTE DI CERTE NOTTI”… E DI CERTE FIGURACCE!

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CASERTA DOPO IL CONCERTO DI LIGABUE: TRA UNA BALLATA ROCK E UNA MONTAGNA DI IMMONDIZIA, LA SIECO CI METTE LA NOTA STONATA. MULTA, DETERMINA E “DANNO D’IMMAGINE” PER PALAZZO CASTROPIGNANO

CASERTA – Per qualcuno che se la ride, con la compiacenza di qualche giornalaio apprezzolato che nel delirio di onnipotenza scriveva anche che era andato tutto alla grande: poi, quando il rock di Ligabue si è spento, la musica è cambiata.
A suonare il pezzo finale, infatti, non è stato il chitarrista di Correggio ma la Segretaria generale del Comune, Maria Giuseppina D’Ambrosio, con una determina che sa tanto di “ballata per appalti infelici”.

Sul banco degli imputati: la SiEco, la ditta che da anni si occupa dell’igiene urbana a Caserta.
Contratto alla mano, doveva potenziare i turni e i mezzi per l’evento del 6 settembre.
Invece, il giorno dopo, Piazza Dante, Piazza Gramsci e Corso Trieste sembravano un remix di Sapore di sale e Discarica a cielo aperto.
Risultato: multa da duemila euro — un buffetto, più che una sanzione — e una frase che pesa come una chitarra sul piede: “Danno di immagine per la città di Caserta”.

Già, perché l’immagine era quella di un capoluogo che canta Ligabue la sera e la mattina dopo si sveglia tra cartacce, bicchieri e resti di birra.
E mentre i fan si portavano a casa le emozioni del concerto, i netturbini cercavano le pale.

La SiEco, per difendersi, ha tirato fuori la scusa più vecchia del manuale: “mancanza di personale”.
Peccato che nel contratto fosse previsto l’esatto contrario. Ma si sa: tra appalti prorogati, affidamenti su misura e silenzi imbarazzati, a Caserta “manca sempre qualcosa” — tranne i disagi.

Nei corridoi del Comune, qualcuno bisbiglia che la segretaria D’Ambrosio non l’abbia presa benissimo: “Un danno d’immagine? Forse anche d’igiene mentale.”
Le istituzioni, intanto, stanno zitte.
Forse perché anche le commissarie sanno che quando si parla di rifiuti e appalti, toccare certi tasti fa più rumore di una Gibson in mano al Liga.

Moralina finale: “Certe notti” ti restano dentro… e certi appalti pure…

  
     
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