CASERTA – ll passato torna sempre, perfino quando questo stesso passato era nato per necessità, per sfuggire alla legge.
La legge del proibizionismo, nel caso specifico, che portò gli americani, negli anni ’20 a non poter più bere alcool.
La necessità aguzza l’ingegno naturalmente, e gli statunitensi dell’epoca dei gangster cominciarono a creare locali invisibili, nascosti da una porta segreti e con ingegnosi sistemi, e in cui si entrava con una parola d’ordine.
Erano i locali “Speakeasy”, termine che letteralmente significa “parlare tranquillamente” e tipologia di locali tornati di moda, trovando i suoi campioni, per fare qualche nome, nel “Please don’t tell” di NewYork, nell’East Village, un locale a cui per accedere si deve andare in una specie di paninoteca, il “Crif Dogs” in St.Market Place, entrare nella cabina telefonica e dire alla cornetta la parola d’ordine.
L’Italia non ha conosciuto il proibizionismo, ma ha cominciato, recentemente a conoscere gli speakeasy, come ad esempio la “lavetrina81100” di Caserta, in cui si entra da un piccolo tabacchi e che riporta, in tutto e per tutto negli anni ’20, con mobili d’epoca e drink , classici si, ma anche super innovativi
Aprirne uno? Visto che il locale è nascosto potremmo davvero optare per la formula del circolo culturale, che come sappiamo non deve avere un ingresso diretto dalla strada , altrimenti potrebbe essere la stanza più o meno nascosta (più è nascosta più ci si diverte) di un locale normale, anche per sfruttare cucina e bar per tutt’e due le facce, quella pubblica e quella privata, privatissima, segreta…
A Caserta se scoprite dove si trova … alcool in bocca!
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