Puntuale come un vizio di famiglia, torna in Campania la sfilata degli “impresentabili” — quella zona grigia dove la politica si intreccia con le aule di tribunale.
Noi di CasertaKestè, abbiamo attaccata al muro una mappa bipartisan fatta di indagati, condannati e parenti illustri di vecchi ras di partito e di clan.
Da Napoli a Salerno, passando per Caserta, il copione non cambia: inchieste, processi, condanne e candidature.
E proprio la ‘nostra’ Caserta resta uno degli epicentri più caldi.
Sul taccuino dei nomi “attenzionati”: il mazzonaro Giovanni Zannini, l’eterno equilibrista passato dal deluchismo al centrodestra, con un curriculum che spazia tra accuse di corruzione e falsi in atti pubblici; Marcello De Rosa, ex sindaco di Casapesenna, condannato per falso; Pasquale Di Fenza, ex consigliere regionale e protagonista di un surreale video con la tiktoker Rita De Crescenzo negli uffici della Regione; e,, ex presidente del Consiglio Regionale, finito nel mirino per presunti “traffici di influenze” che vorrebbe l’ex consigliere Antonio Ciontoli come prossimo di Caserta ad oggi il suo capo di Gabinetto ed ex assessore ai tempi della giunta targata Petteruti.
Un carosello trasversale dove il confine tra alleati e avversari si confonde sotto lo stesso riflesso: quello delle inchieste.
Da destra a sinistra, nessuno escluso: Marco Nonno (FdI) condannato per resistenza a pubblico ufficiale, la forzista Rosaria Aliberti erede di un sindaco “ingombrante”, il democratico Franco Picarone indagato per le maxi-forniture sanitarie, fino al cesarino Armano, figlio dell’ex deputato Luigi, già noto alle cronache giudiziarie.
Il verdetto, amaramente bipartisan, è già scritto:la Campania del voto continua a presentarsi più come una rassegna giudiziaria che come una competizione elettorale.
E i cittadini? Osservano, stanchi, ma sempre spettatori di una fiction che non va mai fuori programmazione, ma non per questo dico: Non vi dovete astenere!















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