Il simbolo di un sistema dove i confini tra potere, consorzio e propaganda ……..si accendono ma solo quando serve.
Non bastava presiedere l’ASI di Caserta da oltre un decennio: ora Raffaela Pignetti illumina anche le sue campagne elettorali, letteralmente.
Un mega manifesto luminoso della candidata campeggia proprio dentro un lotto del Consorzio ASI — quello che, ironia della sorte, guida da anni.
Peccato che la legge dica tutt’altro: dal trentesimo giorno prima del voto, la propaganda luminosa in luoghi pubblici è vietata (articoli 1 e 6 della legge 212/1956, aggiornati nel 1975 e 1993). E quell’area, privata o meno, si affaccia su una strada di proprietà pubblica, quindi le regole valgono.
Ma a Caserta si sa, la linea tra pubblico e privato è più sottile di un cavo LED.
La domanda è: svista o sfida? Perché se la Pignetti non conosce la norma, male. Ma se la conosce e l’ha “interpretata”, peggio.
Eppure un responsabile della comunicazione c’è, Tommaso Pepe, che dovrebbe sapere bene dove finisce la propaganda e dove inizia la violazione.
Un’installazione così vistosa non è solo luminosa: è abbagliante per la legalità.
Chi deve intervenire? Forse la polizia municipale di Marcianise, magari con l’aiuto dei Carabinieri o della Finanza, giusto per capire se quella luce è “elettorale” o solo abbagliante.
Intanto, la “zona Pignettizzata” dell’ASI resta il simbolo di un sistema dove i confini tra potere, consorzio e propaganda si accendono… ma solo quando serve.















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