Cane fa pipì, può essere reato di imbrattamento

Secondo l’Aidaa (Associazione Italiana difesa animali e ambiente), si tratta senz’altro della “prima multa per non aver raccolto la pipì del cane”. Una multa che va “oltre il ridicolo – afferma il presidente Lorenzo Croce ad Adnkronos appellandosi – al buon senso del prefetto perché faccia recedere il sindaco da tali assurde ordinanze una volta…

Secondo l’Aidaa (Associazione Italiana difesa animali e ambiente), si tratta senz’altro della “prima multa per non aver raccolto la pipì del cane”.

Una multa che va “oltre il ridicolo – afferma il presidente Lorenzo Croce ad Adnkronos appellandosi – al buon senso del prefetto perché faccia recedere il sindaco da tali assurde ordinanze una volta per tutte”.

“Se non ci fosse una persona che deve pagare quasi 160 euro di multa direi che tutto potrebbe concludersi con una grassa risata – ha concluso Croce, assicurando che l’associazione “non lascerà passare inosservata questa follia amministrativa, se del caso ricorrendo al presidente della Repubblica”.

Cane fa pipì, può essere reato di imbrattamento 

In ogni caso, il comune veronese non è il solo ad aver preso provvedimenti contro gli escrementi degli amici a quattro zampe e le ordinanze ad hoc che impongono l’obbligo di “lavare via la pipì”, pena sanzioni tutt’altro che indifferenti, fioccano un po’ dappertutto.

Non solo. La condotta, si ricorda, potrebbe anche integrare una vera e propria responsabilità penale (leggi: “Se Fido fa pipì sulle macchine e sui muri è reato”).

Consentire infatti al proprio cane di fare pipì, ad esempio, sulle macchine o sulle pareti degli edifici potrebbe integrare il reato di imbrattamento sanzionato dall’art. 639 del codice penale.

La norma punisce difatti chiunque deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui con la multa fino a 103 euro, elevata a un importo compreso tra 300 e 1.000 euro se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati e, addirittura sino a 3mila euro, affiancato dalla reclusione da tre mesi a un anno, se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico.

Visto che, chi possiede un cane, sa che non sempre per Fido è possibile attendere un posto consono dove fare i bisogni, un utile rimedio, per evitare conseguenze amministrative e penali, è quello di portare con sé una bottiglietta d’acqua per ripulire.

Per una recente sentenza della Cassazione, tale comportamento, rappresenta un segno evidente della volontà di minimizzare i danni (cfr. Cass. n. 7082/2015 con la quale è stata confermata l’assoluzione di un uomo dal reato di imbrattamento perché era dotato di una bottiglietta d’acqua. Leggi: “La Cassazione detta le regole per i bisogni dei cani”).

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