CASERTA – Tempi biblici all’ufficio Anagrafe del Comune di Caserta. Se tutto va bene, tre giorni per un certificato. Almeno cinque per il rinnovo della carta d’identità. Sempre che non ci siano intoppi.
Se l’unico dipendente dello sportello si ammala, l’utente potrebbe infatti dover aspettare molto di più. Succede all’ufficio Anagrafe del Comune di Caserta, dove, attualmente, sono impiegate appena dieci persone. Neanche una per ufficio e meno della metà di quante ne sarebbero appena sufficienti per garantire i servizi minimi essenziali.
Una carenza di organico che si trascina da circa due anni ormai ma che in questa fase ha raggiunto un record storico. Complici quota cento, pensionamenti per superato limite di età, blocco del turn over e, infine, anche il covid, la pianta organica è stata ridotta all’osso.
Un dato che salta subito all’occhio anche solo percorrendo i lunghi e desolati corridoi dell’ex Caserma Sacchi. Porte sbarrate, uffici vuoti, due soli sportelli operativi e una coda lunghissima che si snoda, sotto il sole di luglio, nel cortile interno della struttura.
La tensione tra i cittadini in fila è palpabile. C’è chi è al terzo tentativo, dopo aver cercato invano di ottenere il documento richiesto nei giorni precedenti, chi è stato costretto a saltare il lavoro per una procedura che on line si sarebbe potuta effettuare in pochi minuti, chi ha raggiunto esasperato lo sportello dopo aver sperato invano in una risposta telefonica. «Due giorni fa ho subito un furto racconta uno degli utenti in coda mi hanno rubato portafogli e documenti. Mi sono collegato al sito per prenotare il ritiro della nuova carta d’identità ma secondo la piattaforma avrei dovuto attendere il 26 agosto. Addirittura quaranta giorni. È inaudito anche perché non stiamo parlando di un documento scaduto, ma di un furto, quindi di una emergenza. Senza la nuova tessera non posso recuperare infatti tutti gli altri documenti».
LE STORIE
«Ho fatto tre ore di fila ieri racconta una signora anziana – ma eravamo talmente tanti che quando è arrivato il mio turno, era già ora di chiusura, quindi sono dovuta tornare oggi e fare altre tre ore di fila per presentare la domanda per un certificato che probabilmente mi verrà rilasciato tra due giorni quando dovrò tornare qui e fare l’ennesima fila». «Ciò che trovo assurdo fa notare un giovane è dover fare tutte queste ore di fila per un certificato che nelle altre regioni d’Italia, in particolare del centro nord, viene rilasciato immediatamente in modo telematico».
LA RESSA
E poi c’è anche chi ci rinuncia, chi perde le staffe, chi si scaglia contro i dipendenti. «Negli ultimi quindici giorni spiegano alcuni impiegati abbiamo dovuto chiedere l’intervento dei carabinieri ben tre volte. Siamo stati minacciati e aggrediti. Ora abbiamo paura. Probabilmente nei prossimi giorni arriverà la vigilanza. Comprendiamo i disagi e il nervosismo dell’utenza e ci dispiace, ma più di questo non possiamo fare. Alcuni di noi hanno rinunciato anche alle ferie perché assentarsi significherebbe interrompere il servizio. Al momento infatti non ci sono sostituti».
L’IPOTESI
Difficile da attuare anche l’ipotesi, prospettata dalle associazioni, di colmare le carenze di organico impiegando i percettori del reddito di cittadinanza. Per loro servirebbe infatti un periodo di affiancamento che in questo momento nessuno del personale è in grado di garantire. E la situazione rischia di peggiorare alla vigilia della tornata elettorale in virtù del fatto che l’ufficio preposto dispone di appena due impiegati rispetto ai dodici di cui avrebbe bisogno per svolgere tutte le pratiche che una elezione comporta.
L’auspicio è che il sindaco decida di accorpare alcuni dei settori attualmente operativi a Palazzo Castropignano e trasferire almeno dodici unità delle attuali 360 nella sede di via San Gennaro. A patto che i sindacati e la politica lo consentano. Naturalmente. Un timido tentativo in questa direzione pare abbia già sollevato, in passato, un vespaio di polemiche.
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