Castaldo-D’Angelo regalano il sorriso ai tifosi

  CASERTA – Nel calcio perdere ci sta, qualche volta accade per demeriti propri e qualche volta per merito degli avversari. E quando non è questione di merito allora è colpa del destino, dell’arbitro, del campo pesante e chi più ne ha più ne metta. Se dovessimo rispondere alla domanda sul perché il Catanzaro ha…

 

CASERTA – Nel calcio perdere ci sta, qualche volta accade per demeriti propri e qualche volta per merito degli avversari.

E quando non è questione di merito allora è colpa del destino, dell’arbitro, del campo pesante e chi più ne ha più ne metta.

Se dovessimo rispondere alla domanda sul perché il Catanzaro ha perso a Caserta, la prima cosa che ci verrebbe da dire è che stata una partita antipatica. In alcuni frangenti si è assistito a comportamenti deprecabili, a dir poco antisportivi. Una risposta più dettagliata la daremo più avanti.

Le formazioni

La Casertana si è disposta in campo con il 3-4-1-2 schierando Vacca e D’Angelo a centrocampo più Cigliano a ridosso di Castaldo e Floro Flores. Zito e Romano sulle corsie esterne e difesa affidata a Pinna, Rainone e De Marco. In porta Russo, che a fine partita risulterà il migliore dei suoi.

Il Catanzaro risponde con lo stesso 3-4-3 visto in casa contro la Vibonese e che conferma un discreto affiatamento. I ragazzi iniziano a prendersi le misure, si conoscono e guadagnano fiducia l’uno nell’altro. Non può dirsi formazione titolare, ma poco ci manca.

Un buon Catanzaro detta i ritmi

Come di consueto il Catanzaro parte forte e per lunghi tratti diventa padrone della zona nevralgica di gioco. Anche a Caserta i nostri centrocampisti hanno dettato i ritmi con il solito fraseggio nello stretto e una serie di scambi davvero interessanti che hanno innescato tutti gli avanti giallorossi.

A guardare il tabellino c’è da restare impressionati. Per il Catanzaro abbiamo registrato diverse azioni sul fondo con Giannone, Statella e Kanoutè abili nel liberarsi della marcatura e crossare al centro. Un paio di conclusioni pericolose compreso l’eurogol di Maita.

Molti i cambi di gioco in favore di Favalli sulla sinistra che era sempre lasciato solo e tante apprezzabili triangolazioni che hanno visto ancora Giannone Statella e Fischnaller dispensare sprazzi di buon calcio. Il Catanzaro ha giocato a testa alta cercando di far sua la partita ed è andato meritatamente in vantaggio.

La strategia della Casertana

La Casertana ha schierato dal primo minuto Castaldo e Floro Flores ragion per cui non poteva contare su un pressing asfissiante, cosi ha finito per rispondere con un atteggiamento prudente lasciando metri di campo con l’obiettivo di tamponare le giocate del Catanzaro e ripartire velocemente.

La strategia ha funzionato perché i lanci lunghi erano sempre preda delle punte rossoblu che riuscivano a difendere palla consentendo al baricentro di alzarsi velocemente per sviluppare la manovra offensiva.

Se il Catanzaro faceva circolare la palla su entrambe le corsie dimostrando un ottimo palleggio, l’azione della Casertana si svolgeva prevalentemente sulla corsia sinistra con precisi lanci su Castaldo che favoriva le sovrapposizioni di Zito e le percussioni centrali di Floro Flores e D’Angelo.

Il Catanzaro ha giocato meglio, ma le azioni pericolose dei padroni di casa non sono mancate cosi Floro Flores ha dato il tormento sia a Riggio che a Signorini rendendosi pericoloso in più di un’occasione, procurandosi il rigore per un’ingenuità di Signorini e allo scadere a tu per tu con il portiere ha tentato un pallonetto miracolosamente sventato da un attento Golubovic.

La ripresa e il forcing finale

Il secondo tempo è iniziato sullo stesso leit motiv del primo con il Catanzaro che si è reso pericoloso prima con una punizione di Giannone per Statella che ha scodellato al centro e poi con un tiro al volo di Kanoutè dopo il velo di Fishnaller.

Tuttavia a passare in vantaggio sono stati i padroni di casa con D’Angelo che ha capitalizzato un passaggio filtrante di Castaldo, che è riuscito con un tocco magico a far fuori l’intera linea difensiva. Davvero un bel gol.

Sul 2-1 Auteri ha mandato in campo Ciccone al posto di Giannone spostando Kanoutè sulla corsia destra. Con la Casertana più che mai attenta a difendere il vantaggio gli spazi si sono inevitabilmente chiusi e cosi per alcuni minuti si è assistito ad una serie lunghissima di appoggi sbagliati e incomprensioni di gioco.

Nonostante tutto il Catanzaro ha continuato a farsi sotto sfiorando il pari in almeno tre occasioni, ma il risultato è rimasto inchiodato decretando quella che a tutti gli effetti può dirsi una sconfitta immeritata.

La vittoria di Pirro

All’inizio si è parlato di meriti e demeriti. Il merito della Casertana è stato quello di usare l’astuzia, l’esperienza, la cattiveria agonistica e molta malizia nei contrasti. Il demerito del Catanzaro è stato quello di non avere una strategia di gioco attendista che potesse far valere la tecnica dei suoi uomini chiave.

ZitoRainone e D’Angelo hanno da subito incattivito i contrasti cercando di spostare la contesa sul piano fisico e non su quello tattico. Non è stato un atteggiamento positivo e l’arbitro, valutazione finale men che mediocre, non ha tutelato Giannone e Kanoutè ripetutamente fermati con le cattive.

In un frangente si è visto addirittura D’Angelo stringere le mani sul collo di Celiento. Il pestone di Floro Flores sul giovane Riggio e le provocazioni di Alfageme con l’accenno di rissa sul finale restituiscono la misura di una rosa costruita prendendo i nomi dall’almanacco, ma senza una chiara fisionomia di squadra.

La Casertana aveva bisogno di dimostrare a se stessa e ai suoi tifosi di non essere un bluff, ebbene ci è riuscita ma quella di ieri è solo una vittoria di Pirro. Tatticamente la squadra è fortemente incompleta, incapace di dominare a centrocampo o di disegnare geometrie di gioco interessanti.

Le palle lunghe affidate a Castaldo e Floro Flores sono il chiaro sintomo di un impianto di gioco deficitario che si regge solo sull’esperienza delle due punte. Cigliano e Mancino sono acerbi per giocare nel ruolo di trequartista e infine Vacca, che non ha doti di incontrista, viene spesso colpevolmente lasciato solo da D’Angelo che è chiaramente votato al gioco offensivo.

Le ragioni di una sconfitta

Il Catanzaro strappa applausi e dispensa buon calcio, ma raccoglie meno di quello che costruisce. Non si può pretendere di realizzare un gol ad ogni azione, ma di sicuro bisogna studiare il modo di sfruttare i punti deboli dell’avversario.

Con un Vacca decisamente non in giornata e una difesa orfana di due elementi di spessore, il Catanzaro avrebbe potuto essere più guardingo cercando di stanare la Casertana e sfruttare qualche rapida ripartenza, invece si è cercato di imporre gioco sugli esterni dove gli avversari rispondevano sistematicamente con l’ostruzione o il raddoppio di marcatura.

 

Zito ha imperversato sulla fascia sinistra sia in fase di contenimento annullando Giannone, sia in fase offensiva liberandosi troppo facilmente della marcatura di Statella. Il nostro laterale di centrocampo non è capace di fare le due fasi, soprattutto se si ritrova a fronteggiare avversari ostici.

Se Statella non è riuscito a contenere Zito il problema è stato anche di Giannone che non ha retto il confronto fisico. Probabilmente la sostituzione del numero 10 andava fatta già nel primo tempo visto e considerato che Ciccone ingaggia duelli fisici a tutto campo ed è capace di sfruttare la velocità negli spazi.

Da ultimo ci riserviamo una considerazione sull’incredibile numero di appoggi sbagliati sia a palla coperta che a palla scoperta.

Sarà che la dinamica del gioco non consente pause e qualche volta non è facile dosare il passaggio, ma spesso si assiste a errori da parrocchia.

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