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Due immigrati colpiti con una pistola a pallini al grido: SALVINI, SALVINI

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Caserta – Stando al racconto raccolto dal Centro Sociale ex Canapificio di Caserta e dalla Caritas diocesana, «nella serata dell’11 giugno 2018 due ragazzi maliani (Daby e Sekou), beneficiari del progetto SPRAR del Comune di Caserta, gestito dal Centro Sociale Ex Canapificio, dalla Comunità Rut delle Suore Orsoline e dalla Caritas, sono stati vittime di un vergognoso episodio razzista.

Alle ore 22:00 circa mentre tornavano a casa, all’incrocio tra viale Lincoln e via Salvatore Commaia, sono stati avvicinati da una Fiat Panda di colore nero, a bordo della quale viaggiavano tre giovani italiani che, brandendo una pistola ad aria compressa al grido “Salvini, Salvini!”, sparavano due colpi di pistola a distanza ravvicinata, dei quali uno colpiva al torace Daby, ferendolo (due giorni di prognosi) ed un altro, sparato all’indirizzo del Sekou, andava a vuoto».

Accompagnati da un’operatrice legale e dall’avvocato difensore Francesco Pugliatti, i due hanno sporto formale denuncia – querela. E’ stata inoltre richiesto il sequestro di una telecamera nella zona.

Con un comunicato le associazioni di volontariato che si battono per i diritti dei rifugiati a Caserta prendono posizione sull’aggressione dei due immigrati avvenuta al quartiere Acquaviva. «Siamo profondamente sconcertati e indignati – commentano i responsabili del centro sociale Ex Canapificio dello Sprar di Caserta – per quello che è accaduto ai due ragazzi che sono tutt’ora spaventati Daby e Sekou, sono arrivati in Italia più di due anni fa dopo essere fuggiti dal Mali, uno dei paesi distrutti da guerre, povertà e siccità. Daby, in particolare, dopo anni di attesa, è finalmente riuscito ad ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciatogli dalla Commissione territoriale per la protezione internazionale di Caserta.

Il successo della Lega alle elezioni del 4 marzo ha sancito la vittoria della retorica nazionalista e anti-immigrati. Lo stesso autore della sparatoria di Macerata era un attivo militante nelle file leghiste, tanto da essere stato candidato al consiglio comunale di Corridonia nella lista affiliata al partito di Matteo Salvini appena un anno fa. L’odio propagandato di alcuni incita a gesti scellerati e crudeli e li giustifica in nome della difesa della patria, necessaria, agli occhi dei militanti, per proteggere i valori “italiani” dall’invasione straniera. Lo stesso leader del carroccio, all’indomani del raid di Traini, pur riconoscendo che “chiunque spari è un delinquente”, abbiamo chiesto il pensiero a chi durante le ultime elezioni politiche ha sponsorizzato Matteo Salvini ovvero Ciro Guerriero.

Guerriero:”I discorsi politici e le notizie riportate dai media che collegano immigrati e Rom alla criminalità hanno alimentato una pericolosa intolleranza in un Paese che ha visto un aumento enorme dell’immigrazione negli ultimi anni. Il razzismo è il male e coloro che provocano violenza in suo nome sono criminali e delinquenti, mi auguro vivamente che i reponsabili vengano assicurati alla giustizia e gli venga comminata una pena esemplare. 

La decisione di Salvini di non concedere alla nave Aquarius lo sbarco di oltre 600 migranti (è stato disposto l’invio di due motovedette con medici a bordo che erano pronti a intervenire al fine di garantire la salute di tutti gli occupanti dell’Aquarius che dovessero averne necessità, quindi non abbandonati) ha il merito di trainare l’Europa verso una politica meno accondiscendente e passiva nei confronti dell’immigrazione illegale. L’Italia paga il prezzo della consuetudine.Si è sempre accettato spontaneamente di essere il luogo di sbarco di tutti i migranti salvati in prossimità della Libia, ma anche nella zona di ricerca e soccorso maltese. Ma ora il dado è tratto.

Vorrei che il mio pensiero sia chiaro, ovvero che:

La violenza razzista e xenofoba va condannata fino al più alto livello, con coerenza, continuità e forza.

Il diritto penale va riformato per assicurare che la circostanza aggravante della motivazione razziale possa essere contestata anche in presenza di motivazioni miste, e per espandere l’elenco delle caratteristiche protette ai fini di includere, come minimo, l’orientamento sessuale e l’identità di genere.

Va reso obbligatoria la formazione del personale delle forze dell’ordine e i pubblici ministeri per individuare, investigare e perseguire penalmente i crimini motivati, in tutto o in parte, da pregiudizi razziali, etnici, o xenofobi.”

 

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