Fake news, internet e informazione: qual è la vera realtà oggi?

Le continue notizie sul presunto furgone bianco che tenta di rapire i bambini nell’agro aversano, all’ultima della studentessa del liceo che arriva sotto shock a scuola, perchè si afferma che la si voleva sequestrare, pongono un interrogativo serio su quale sia la nostra società oggi. Il fatto che le fake news, nonostante smentite eccellenti, diventino…

Le continue notizie sul presunto furgone bianco che tenta di rapire i bambini nell’agro aversano, all’ultima della studentessa del liceo che arriva sotto shock a scuola, perchè si afferma che la si voleva sequestrare, pongono un interrogativo serio su quale sia la nostra società oggi.

Il fatto che le fake news, nonostante smentite eccellenti, diventino virali conferma che abbiamo raggiunto il paradosso.

La realtà fattiva è stata ormai soppiantata da quella percepita e propalata ad arte. I fatti quindi sono diventati meno importanti delle opinioni.

Anzi, vengono alterate da una realtà virtuale, impiegata come arma psicologica per condizionare non solo la pubblica opinione ma anche i suoi governanti.

Su tutti i fronti. In questa deriva, Internet è complice. Ma non certo inconsapevole. Qualcuno sta sfruttando le sue caratteristiche di immediatezza e universalità non come un bene comune da preservare e sviluppare, ma come arma.

Un’arma molto potente, però, difficilmente controllabile dai meno esperti e smaliziati.

L’arma anti-fake news? Accendere la mente

L’arma migliore per combattere efficacemente il fenomeno delle fake news è “accendere il cervello”. Albert Einstein diceva che “La mente è come un paracadute, funziona solo se si apre”. Solo i lettori possono stabilire se un contenuto sia una bufala o meriti di essere condiviso. Perciò è lui l’ago della bilancia. Chi crea notizie false ha come interesse influenzare un determinato target. Ma per farlo deve necessariamente diffonderle il più possibile e se la sua propaganda “non prende”, ha fallito. Quindi, con un po’ più di attenzione e responsabilità da parte di tutti, cercando di non rilanciare né di condividere argomenti e notizie dubbie o da telegiornale, per i professionisti della bufala diventerà molto più difficile far circolare i loro messaggi. A riguardo c’è un detto tra i pubblicitari molto calzante: Se non sei visibile, non esisti.

Le 5 W e i confronti con fonti diverse sono la soluzione per fare la prima scrematura di una notizia, ma per essere sicuri bisogna approfondire

Una soluzione contro le fake news viene dal giornalismo tradizionale e dalle sue regole di base. In particolare quella delle 5W. WHO: chi sono i soggetti; WHAT: Che cosa è successo; WHEN: quando; WHERE: dove, e WHY: perché. Ponendosi queste semplici 5 domande, il lettore potrà farsi un’idea se il contenuto di cui fruisce è quantomeno verosimile. Soprattutto nei casi in cui una notizia stoni con la realtà consolidata. Non solo. L’ideale sarebbe approfondire, ma con poco tempo a disposizione si può almeno effettuare un confronto tra fonti diverse sullo stesso tema o cercare la “versione ufficiale”. Gli agenti delle fake news non possono contrastare un meccanismo di verifica che impedisce la diffusione immediata e virale della fake news, perché il tempo che perde il lettore nella verifiche annulla l’effetto domino che i propalatori di fake intendono perseguire e quindi li “rende invisibili” e cioè inesistenti sulla rete e sugli smartphone. Perciò, in tal caso passerebbero ad altro. Tutto il loro lavoro si basa, infatti, sulla velocità di diffusione che se viene meno annulla gli effetti della propaganda

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