Oggi è il Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate. In questa data, infatti, l’Italia ricorda l’Armistizio di Villa Giusti – entrato in vigore il 4 novembre 1918 – che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste, e portare a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale.
Il 4 novembre terminava anche la prima guerra mondiale. Per onorare i sacrifici dei soldati caduti, il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del “Milite Ignoto”, nel sacello dell’Altare della Patria a Roma. Con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922, il 4 novembre fu dichiarato Festa nazionale.
Quest’anno sarà la città di Napoli ad ospitare le celebrazioni conclusive della ricorrenza con una manifestazione che si terrà sul Lungomare Caracciolo. Ma non sarà ovviamenete l’unica: oltre al capoluogo campano, sono 35 la altre città in cui si rerranno manifestazioni, con il coinvolgimento delle prefetture, tra cui Caserta.
Ieri a Montecitorio, durante le votazioni sugli emendamenti al dl Genova, Luca De Caro (Fdi) ha chiesto di intervenire per ricordare il centenario della fine della “vittora della Grande Guerra”. E mentre stigmatizzava che dal 2015 al 2018 “le celebrazioni sono state quasi clandestine rispetto a questa storica ricorrenza”, dai banchi sopra di lui è stato srotolato un enorme tricolore che ha letteralmente coperto tutti i deputati Fdi fino alla base del loro settore.
Immediata la reazione del presidente Roberto Fico, che ha chiesto di rimuovere la bandiera, invitando i commessi ad intervenire: “Togliete lo striscione”, ha detto. Ma alla definizione della bandiera come uno “striscione” sono volate parole grosse: “Qui non siamo in un centro sociale, è la bandiera nazionale”, si è sentito urlare. A quel punto è andata in scena una “lotta” per la difesa del tricolore, quasi fosse una partita di rugby: i deputati Fdi hanno difeso la bandiera dai commessi che cercavano di prenderla. Tommaso Foti ha agguantato l’enorme vessillo e se lo è portato in alto; poi lo ha passato a Sandro Delmastro Delle Vedove che, a sua volta, è corso via verso l’uscita che porta al retro Aula.
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