CASERTA- Di ‘modello Maresca’ alla casertana si era parlato in occasione della proposta, arrivata dal responsabile provinciale di Noi Campani, Luigi Bosco, di candidare a sindaco l’attuale presidente della Camera di Commercio, Tommaso De Simone.
Anche la connottazione dei sostenitori sarebbe chiara e, costruita, proprio sul modello ‘Maresca’, sul tentativo di depoliticizzare la candidatura a sindaco del capoluogo regionale proponendo la figura del magistrato. Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Italia Viva si presenterebbero dunque sotto liste civiche d’area assieme alle forze di Oliviero e, se ci stanno, anche a quelle di Zannini e Luserta. La proposta di Bosco è debole, però.
De Simone è il primo a non esserne convinto e, dopo la foto pubblicata ieri del sindaco Carlo Marino assieme alla consigliera di Noi Campani Liliana Trovato, la posizione di Bosco appare, senz’altro, più debole.
Quella di Bosco, in fin dei conti, era solo una proposta a cui si sono alternate quelle degi altri gruppi politici. Solo il centrodestra, per ora, non ne avrebbe indicati.
Uno dei nomi che sono sul tavolo lo ha proposto il gruppo di Oliviero, in particolare è stato caldeggiato dall’ex Pd Pietro Canzano e da Carmine Bevilacqua, fino a pochi anni fa grande sponsor di Carlo Marino. Il nome in questione è quello del medico di base Lupo Giacomo Pulcino.
Il nome dice poco a quelli che non vivono al di là di quel confine ferrato che trancia il capoluogo in due parti. Molto di più è conosciuto al di là della ferrovia, nel quartiere Acquaviva. In zona, Pulcino, assieme ai colleghi Dell’Aquila, De Rosa e De Cesare, gestisce lo studio medico Anubi.
Tralasciando il fatto che Anubi è il dio egizio della mummificazione e dei cimiteri, la scelta del dottore Pulcino non è stata fatta a caso.
Non è soltanto il ‘pacchetto di voti’ (o ‘valore aggiunto’ se volessimo parlare in politichese) che il candidato Pulcino può offrire al modello ‘Maresca’ ma anche il fatto che può essere digeribile alle forze politiche coinvolte.
E’ proposto dalla sinistra ma è cognato di Fulvio Campagnuolo, che fu leader provinciale di Fratelli d’Italia fino a che non venne silurato senza troppi complimenti da Pagano e dalla Meloni.
E, ancor di più, sarebbe mezzo parente con l’avvocato Chicco Ceceri. Il nome di Ceceri ci riporta alla preistoria della politica casertana, o forse no, visto che i nomi circolati fino ad oggi (Mancino, Greco e Falco in primis) non rimandano certo a visioni politiche proiettate verso il futuro.
Quanto è credibile la candidatura di Pulcino? Difficile a dirsi. Al di là della valenza professionale Pulcino non viene riconosciuto come un tipo ‘molto gioviale’ e anche il carattere, in politica, può fare la differenza.
Difficile anche dire quanto Chicco Ceceri sia coinvolto in questo ‘risveglio’ della vecchia sinistra (in quest’ottica il riferimento ad Anubi sarebbe d’uopo) pre Petterutiana né, se in questa fase di proposta, possa essere stato coinvolto l’ex presidente della Provincia Alessandro De Franciscis, diventato, dopo l’esperienza alla guida della provincia, il medico dei miracoli di Lourdes.
Che stia lavorando ad un miracolo ‘casertano’?
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