Questa mattina davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere si è tenuta una nuova udienza del processo per l’omicidio di Katia Tondi, che vede imputato il marito Lavoretano.
La giovane mamma,di 31 anni è stata uccisa il 20 luglio 2013 nella sua abitazione di San Tammaro.La donna fu strangolata con un cordone sulla cui natura però non è stata mai fatta chiarezza.
“L’ho trovata che era già morta”raccontò il 34enne Lavoretano , marito della Tondi, agli investigatori della Squadra Mobile della Questura dopo averla trovata accasciata vicino alla porta di casa, affermando di essere uscito poco prima delle 19, quando la moglie era ancora viva, e di essere rincasato intorno alle 20; a conferma del suo alibi l’uomo consegnò anche uno scontrino della spesa, fu creduto ma dopo neanche due mesi fu iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario.
Il medico-legale incaricato dalla Procura affermò pochi giorni dopo nella sua perizia che la Tondi sarebbe stata uccisa tra la 14 e le 16, altro orario in cui Lavoretano non era presente in casa, mentre la 31enne in quell’arco temporale era in compagnia della madre.
Il nuovo pool di consulenti di cui si è circondato Garofalo, ha però analizzato nuovamente gli elementi raccolti stabilendo che la donna morì tra le 18 e le 19 del 20 luglio, in un orario in cui, dunque, Lavoretano sarebbe stato a casa.
La morte della 31enne ha poi provocato una battaglia giudiziaria relativa al figlio di sette mesi della coppia, che era nella culla al momento del delitto e che è stato poi affidato al padre; i genitori della Tondi, nonni del bimbo, si sono infatti rivolti al tribunale dei minori di Napoli ottenendo di poter incontrare il piccolo seppur alla presenza del padre.
Emergono nuovi particolari, nell’udienza di oggi, dove c’è stato un momento di tensione tra la mamma di Katia e la sorella di Emilio, testimone del pubblico ministero. La discussione è iniziata riguardo ad una visita che le due donne, insieme a Katia ed alla mamma di Emilio, avevano fatto tempo fa ad un Santuario di Casapesenna per incontrare un sacerdote. Con quest’ultimo, secondo la testimone, sarebbe successo un episodio imbarazzante.
Secondo la versione della sorella di Emilio, Katia e la mamma sarebbero state mandate via dalla chiesa; per la signora Assunta Giordano, che ha testimoniato proprio su questa vicenda, il sacerdote avrebbe dato uno schiaffo sulla testa di Katia dopo una discussione nel corso della confessione per non essere presente tutte le domeniche in chiesa.La stessa cosa è capitata anche alla mamma della vittima però non ricordava i motivi per cui le quattro donne si erano recate al Santuario di Casapesenna.
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