Ristabilita una verità storica, grazie ad una petizione dello storico Astarita

CASERTA – Dal 1879 troneggia sulla facciata di un palazzo ottocentesco in corso Trieste, una lapide commemorativa che indica la casa che fu abitata dall’architetto per eccellenza, Luigi Vanvitelli. Andiamo, però, per gradi. Il progettista del palazzo reale più bello di sempre si trasferì a Caserta nella seconda metà del 1751. Avuto l’incarico di realizzare…

CASERTA – Dal 1879 troneggia sulla facciata di un palazzo ottocentesco in corso Trieste, una lapide commemorativa che indica la casa che fu abitata dall’architetto per eccellenza, Luigi Vanvitelli. Andiamo, però, per gradi. Il progettista del palazzo reale più bello di sempre si trasferì a Caserta nella seconda metà del 1751.

Avuto l’incarico di realizzare la Reggia, soprintendeva alla realizzazione del tracciato della residenza e del parco. Inizialmente prese alloggio nel palazzo dell’Intendenza presso il Boschetto. Più tardi andò ad abitare, in fitto, in un piccolo appartamento posto in uno stabile adiacente la chiesetta di Sant’Elena, in via Mazzocchi.

“Il falso della casa di Vanvitelli nacque nel 1879 – spiega Astarita – in occasione dell’inaugurazione della statua di Vanvitelli nel primo centenario (con qualche anno di ritardo) della sua morte. In quella circostanza i politici del tempo, per menar vanto, esibirono come casa dell’architetto su cui apporre la lapide ingannatrice e volutamente equivoca, un Palazzo importante ed in ottime condizioni sostituendolo a quello vero dove Vanvitelli aveva realmente abitato, che era piccolo, bruttino e in condizioni degradate.

La falsa casa era appena stata costruita su una strada che all’epoca della morte di Vanvitelli non esisteva ancora!”.

Quello che oggi si chiama corso Trieste, a dire il vero per la toponomastica cittadina si è chiamato così fino al 2014, fu inaugurato il 30 maggio 1851 e intitolato a Ferdinando II, il sovrano allora regnante.

Nel novembre del 2014 il consiglio comunale votò il ripristino dell’odonimo originario Ferdinando II al posto di corso Trieste.

Lo ricordano le cronache la gente no. Bene, secondo quanto recitava la lapide commemorativa, Vanvitelli avrebbe abitato, e sarebbe morto addirittura, in un palazzo che non c’era. “La bugia – fu spudoratamente ribadita con un’altra lapide del 1973 dall’associazione casertana costruttori”. Nessuno che si fosse fermato un attimo a fare una constatazione senza voler pensare ad una ricerca storica. Il tratto di strada dove insiste il palazzo detto ‘delle 4 colonne’  “è stato inaugurato – commenta lo storico – nel 1836. Fu poi prolungato, così come appare oggi, negli anni successivi.

Detto ciò, considerato in primo luogo il doveroso rispetto della verità storica nei confronti dei cittadini, dei cultori di storia e dei turisti ma anche in coerenza dell’ambizione reiterata di questa città di candidarsi a ‘capitale della cultura’, si è avviata una petizione, dopo aver invitato per quanto di competenza, agli organi preposti sul territorio, per porre fine a questo falso che costituisce onta non più giustificabile che ricade oltre che sulla città anche sugli enti, le istituzioni e le associaizoni che s’interessano di tutela del patrimonio culturale e storico”

Dopo la petizione lanciata nei mesi scorsi da Ferdinando Astarita, che chiedeva di cancellare l’errore sulla vera abitazione in cui visse l’architetto, il  Comune prova a ristabilire una verità storica.

 Infatti la verità sull’ubicazione della casa di Vanvitelli ce la dice proprio l’architetto che il 7 gennaio 1758 scriveva così al ratello Urbano: “Confina con la mia abitazione un oratorio di confraternita.

Vi sono due messe le feste e una il giorno di lavoro. Qua ci vorrei fare un finestrino per sentircela ogni giorno, et a me, che sono incomodato dei piedi, molto farebbe comodo. Onde non so se ci occorre licenza da Roma (il fratello di Vanvitelli era un prelato, ndr). Io avevo il comodo al Boschetto nella Cappelletta fin per le feste di precetto; questo comodo ora mi manca e puotrei averlo aprendo un finestrino. Se vi occorre permissione di Roma procurate averla; se diversamente datemi istruzioni opportune acciò ne faccia pratica. L’oratorio si chiama la Croce di Sant’Elena, stroppiato il nome in Santella (ancora oggi quella zona è chiamata la Santella, ndr), ove tutto il quartiere vicino viene a sentirvi la messa. questo oratorio, come le altre prossime case e la mia abitazione ancora, dovranno essere demolite sicché il privilegio sarebbe a tempo corto e per la mia persona e famiglia tantum, senza che mai il padrone diretto della casa vi debba privilegio alcuno”. Più volte Vanvitelli ritorna col fratello sulla questione dell’autorizzazione che arriva, finalmente il 7 marzo di quell’anno: “Ho ricevuto il memoriale rescritto per l’apertura della finestra; ora procurerà di farlo mettere in esecuzione, mentre per me è un comodo, sopra modo necessario”.

La giunta comunale di Caserta ha approvato la delibera in cui “si prende atto” che l’abitazione in cui visse e morì Luigi Vanvitelli, l’architetto che ha realizzato la Reggia di Caserta, è ubicata nel fabbricato contiguo alla chiesa di Sant’Elena nella Santella, oggi via Mazzocchi.

Un’ errore- “bugia” che sarebbe nata, secondo gli ideatori della petizione, “nel primo centenario della morte di Luigi Vanvitelli.

,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *