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Sanità: “case di cura favorite illecitamente”, scattano sequestri di pc e telefoni

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Sanità: “case di cura favorite illecitamente”, scattano sequestri di pc e telefoni

CASERTA – Abuso d’ufficio e falso. Sono queste, al momento le accuse che i pm, muovono, a vario titolo, a una dozzina di persone tra dirigenti della Asl e privati con incarichi nelle case di cura che, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero state favorite in maniera illecita.

La Guardia di Finanza di Caserta ha completato l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo per un valore complessivo di circa 211.000 euro emessi dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – su richiesta di questa Procura – avente ad oggetto disponibilità finanziarie di una società a responsabilità limitata, con sede a Caserta ed esercente l’attività di “casa di cura”, nonché il patrimonio del rappresentante legale.

Dopo gli interrogatori in procura, l’inchiesta ha segnato un grosso passo avanti la scorsa settimana con perquisizioni e sequestri eseguiti a carico di cinque indagati. I carabinieri del Nas hanno dunque bussato anche ad altre porte di ”casa di cura”

Secondo quanto ipotizzato dalla procura, alcune case di cura sarebbero state autorizzate ad attivare delle convenzioni con la Asl – per cui hanno ricevuto ingenti corrispettivi in denaro – sulla base di requisiti che in realtà non possedevano. E’ qui si concretizza la prima ipotesi di reato strettamente collegata al Servizio accreditamento della Regione .

Per la procura infatti, le case di cura avevano l’autorizzazione solo per visite specialistiche e non chirurgiche di ortopedia per cui invece hanno ugualmente ricevuto l’ok con delibere rinnovate nel tempo, proprio in virtù dell’iniziale accreditamento rilasciato dal servizio della Regione. La procura, tra le altre cose, mira adesso a ricostruire quanto queste cliniche abbiano guadagnato da queste convenzioni e quanto quindi la sanità pubblica abbia sborsato in virtù di appalti che sarebbero stati eseguiti, secondo l’ipotesi di reato, “senza gara di evidenza pubblica”.

Questa indagine, che sta allargando, rischia di fare parecchio rumore,  In occasione degli interrogatori, gli indagati si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere. Adesso i carabinieri gli hanno sequestrato telefoni, computer e posta elettronica. In cerca, evidentemente di riscontri a quanto ipotizzato nell’indagine.

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