Vanvitelli: nostri istituti ridotti come ‘i capponi di Renzo’

CASERTA – Ciò a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni negli istituti comprensivi del Comune di Caserta ha del surreale e dimostra che questa città ha ormai ben poca speranza di risollevarsi. Come è noto un piano di dimensionamento con un minimo di raziocinio, che recuperava una dirigenza e teneva conto di una certa equità…

CASERTA – Ciò a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni negli istituti comprensivi del Comune di Caserta ha del surreale e dimostra che questa città ha ormai ben poca speranza di risollevarsi.

Come è noto un piano di dimensionamento con un minimo di raziocinio, che recuperava una dirigenza e teneva conto di una certa equità di numeri tra gli Istituti, nonché sufficientemente ancorato al rispetto della territorialità, è stato sacrificato per puri interessi elettorali ad un nuovo piano.

Nuovo piano che già sulla carta non tiene conto di scuole assolutamente viciniori, ma che soprattutto presenta evidenti disparità numeriche, mettendo in prospettiva, molto vicina, una nuova perdita di dirigenze con il sacrificio di posti di lavoro ed ulteriori disagi per alunni e famiglie costrette a barcamenarsi tra uffici e sedi staccate.

A fronte di Istituti con ben più di mille alunni, infatti, altri hanno dovuto “accontentarsi” di soli settecento (sulla carta e quindi prossimi al sottodimensionamento visto il trend demografico) e plessi lontani sono stati accorpati senza tener conto dei bacini di utenza.

Diversi Istituti sono assolutamente sproporzionati nella loro composizione (ad esempio alcuni hanno una popolazione di infanzia e primaria prossima alle mille unità e nemmeno cento alunni di secondaria di primo grado).

Ma la cosa grave degli ultimi giorni sono le manovre sottobanco da parte di alcune scuole che promettono sezioni di scuola secondaria di primo grado in altri plessi tradizionalmente solo di primaria quando a cinquanta metri c’è già una secondaria ma di un altro istituto.

O di altre che promettono il trasporto gratuito pur di soffiare alunni ad altri Istituti e così svuotare interi plessi.

Spettacolo a dir poco indecoroso. Che dire?

Così è stata interpretata l’autonomia scolastica nella nostra città, dove le scuole si fanno le scarpe l’una con l’altra con il “silenzio-assenso” (?) dell’Amministrazione, al posto di programmare insieme il futuro per il benessere di tutti.

Trattandosi di scuola non può non venire in mente l’immagine geniale dei “capponi di Renzo” di manzoniana memoria.

Ma si sa, molti continuano ancora ad insegnare la competizione, quando ormai i docenti seri sanno che solo la collaborazione può far vincere le sfide della complessità.

A chi giova tutto questo? Domanda alla quale non c’è una risposta razionale.

Forse che qualcuno non intende rinunciare alla “piccola rendita di posizione” acquisita all’interno delle scuole?

O vede gli altri istituti come nemici da sconfiggere per far trionfare il proprio?

Una città, una comunità scolastica non può essere amministrata con questi criteri. Caserta meriterebbe ben altro…

I docenti della scuola Vanvitelli

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