A Caserta l’ironia non è solo involontaria, è istituzionalizzata. Mentre il Comune chiude Funny Land perché – udite udite – qualche centimetro in più rispetto alla metratura autorizzata sarebbe stato immortalato in un’epica foto scattata con cellulare (il nuovo strumento tecnico urbanistico), la Villetta Giaquinto continua a restare aperta tra fili elettrici penzolanti, giostrine divenute b&b per occasionali che cercano intimità, impianti modificati chissà da chi, e un rispetto del regolamento comunale che somiglia più a una leggenda metropolitana.
La società organizzatrice di Funny Land ha pagato, ha ottenuto tutte le autorizzazioni, ha portato eventi di livello nazionale. Ma tutto questo è stato cancellato in un batter d’occhio – anzi, di smartphone – con l’intervento di un dirigente comunale che, secondo quanto riferito, avrebbe agito “su pressione di una carica superiore”. Evidentemente, in Comune le pressioni pesano più dei documenti ufficiali.
E mentre i sogni dei bambini (e degli adulti) vengono messi alla porta per presunte violazioni millimetriche, a pochi passi di distanza la Villetta Giaquinto rimane un campo libero. Libero da controlli, da interventi, da autorizzazioni verificabili, e – a quanto pare – anche da buon senso. Le segnalazioni parlano di pericoli concreti per la pubblica incolumità, ma il Comune non sembra avere la stessa prontezza d’intervento riservata a chi allestisce parchi giochi.
Due pesi e due misure? No: a Caserta, più che la legge, conta il contesto. E se vuoi portare cultura e intrattenimento, occhio al metro. Potresti misurare male un sogno.
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