La provincia di Caserta sta assistendo ad una svolta che lascia senza parole i cittadini. La svolta è quella di Gimmi Cangiano, deputato di Fratelli d’Italia. Il 16 gennaio 2024, su Cronache di Caserta, Cangiano denunciava (con titolo a tutta pagina) che la politica della provincia di Caserta (governata da Magliocca e Zannini) era fallimentare, accusandola di essere dominata da un vero e proprio “sistema criminale”. Il fenomeno politico dei Moderati di Zannini (alleati di De Luca alla Regione), secondo lui, aveva distrutto i partiti e messo in pericolo la politica locale. Tuttavia, oggi, a meno di un anno di distanza, la sua posizione appare completamente cambiata.
In vista delle elezioni provinciali del 28 giugno, Cangiano ha deciso infatti di allearsi con chi, solo un anno fa, accusava di essere parte del sistema che stava cercando di distruggere. Fratelli d’Italia, in coalizione con il centrodestra, sta facendo campagna per la candidatura di Angelo Di Costanzo alla presidenza della provincia. Mentre gli uomini e le donne della fiamma si schierano nel centrodestra, Gimmi Cangiano e i suoi amministratori locali hanno scelto di sostenere un altro candidato: Anacleto Colombiano, espressione dei “moderati” di Giovanni Zannini. La posizione di Cangiano sta suscitando perplessità tra i suoi stessi colleghi di partito, che vedono nella rimonta di Di Costanzo una concreta possibilità per il centrodestra di ottenere la presidenza provinciale. La scelta di Cangiano, in contrasto con la linea ufficiale del suo partito, sta infatti rischiando di tagliare fuori Fratelli d’Italia dalla gestione dell’Ente.
Eppure l’esperienza non sembra aver insegnato granché a Gimmi Cangiano. Facendo un piccolo passo indietro, allo scorso anno, va ricordato che anche alle comunali di Aversa (secondo comune della provincia) Cangiano aveva già tradito il suo partito e il centrodestra. Mentre FdI combatteva per Antonio Farinaro, Cangiano e i suoi hanno preparato la lista per sostenere Francesco Matacena, candidato dei Moderati e di Zannini. A distanza di un anno, nonostante il fallimento dell’asse creatosi ad Aversa (Matacena verrà cacciato dal comune dopo le elezioni provinciali dai suoi stessi consiglieri già stanchi di lui), Cangiano ci riprova e punta tutto su Colombiano candidato di Zannini e di De Luca.
L’incoerenza di questa scelta non è passata inosservata. L’alleanza con un esponente del sistema che solo un anno fa veniva apertamente criticato è vista come una clamorosa inversione di rotta, e i membri di Fratelli d’Italia in provincia sono scettici.
La situazione pone un interrogativo cruciale anche a Giorgia Meloni, leader del partito, che si trova a dover fare i conti con una politica provinciale a briglie sciolte. La sua forza, nelle elezioni regionali di autunno, potrebbe essere minata da alleanze che non solo tradiscono i principi della coalizione, ma anche quelli del suo stesso partito.
E la Meloni dovrebbe sapere che non è la prima volta che gli ‘onorevoli’ del suo partito raccolgono i voti contro FdI e il centrodestra. Vi ricordate le comunali di Caserta quando la Petrenga contribuì alla causa di Carlo Marino (a capo dell’amministrazione comunale sciolta per volontà della stessa Meloni per rischi di infiltrazioni della camorra) infilando qualche candidato amico nelle sue liste? Ora il quadro è completo con Cangiano e Zannini. La domanda che tutti si pongono ora è: come faranno questi stessi soggetti a fare campagna contro il centrosinistra alle regionali, quando stanno già collaborando con chi rappresenta quella politica “fallimentare” che tanto hanno criticato?
La vicenda di Gimmi Cangiano non riguarda solo le scelte politiche del deputato, ma anche la coerenza e la strategia del centrodestra provinciale. La sua posizione solleva un problema ben più ampio, che coinvolge l’immagine e la gestione del partito di Giorgia Meloni in un territorio sempre più frammentato e in difficoltà. Il rischio di perdere l’influenza sul territorio provinciale, con la complicità di alleanze discutibili, potrebbe avere ripercussioni non solo nelle elezioni provinciali, ma anche in vista delle future sfide elettorali regionali.
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