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Bruciare i rifiuti, soprattutto la plastica, produce inquinanti altamente tossici come le diossine e gli idrocarburi policiclici aromatici.

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Diossina, o per meglio dire, diossine

Diossina è il nome comune usato per indicare dibenzo-p-diossine e dibenzofurani. Le diossine (in realtà si conoscono 210 tipi diversi di composti simili per caratteristiche e tossicità, tra diossine – 73 tipi – e furani) sono formate da idrocarburi aromatici legati ad atomi di cloro. Il termine diossina è correntemente usato come sinonimo di Tcdd o 2,3,7,8-tetracloro-dibenzo-p-diossina. Molecole tossiche per l’uomo, gli animali, l’ambiente. Altre sostanze ancora possiedono caratteristiche di tossicità simili a quelle delle diossine, come i Pcb (bifenili policlorurati, alla ribalta delle cronache nel ’99 per lo scandalo dei polli e delle uova contaminati) e i Pcp (policlorofenoli).

Si tratta di contaminanti ambientali persistenti. Se la diossina Tcdd si dilava nel terreno, si lega al materiale organico presente e si degrada molto lentamente, nell’arco di anni. Tra le diossine, la Tcdd è la molecola di più spiccata tossicità: causa un’ampia gamma di effetti, tumori, tossicità a carico del sistema immunitario, del fegato, della pelle, azione mutagena ed embriotossica. Le conoscenze più recenti sul meccanismo d’azione della diossina hanno chiarito il suo ruolo di perturbatore ormonale.

Le diossine hanno la spiacevole caratteristica di bioaccumularsi. Quindi (a parte gli episodi sporadici come gli incendi di depositi di materie plastiche, come quello del petrolchimico di Ferrara nel 2016 o quello di Pomezia o quello di oggi a Caivano) a lungo andare questi sono alcuni disturbi legati all’accumulo di diossine nei tessuti e negli organi:

  • alterazioni del sistema immunitario, anche a dosi molto limitate con riduzione e danneggiamento dei linfociti
  • danni allo sviluppo fetale, al momento della differenziazione tissutale del sistema immunitario
  • alterazioni a lungo termine del sistema immunitario, sia in senso immunodepressivo che ipersensibilizzante
  • disturbi alla produzione, rilascio, trasporto, metabolizzazione, legame, azione o eliminazione di ormoni naturali del corpo, responsabili dell’equilibrio biochimico dinamico interno del nostro organismo e della regolazione dei processi riproduttivi e di sviluppo.

Incidenti come quello entrato nella storia dell’industria e dell’ecologia in Italia di Seveso del 1979, hanno causato danni permanenti sia all’ambiente, sia alle persone.

La più tremenda diossina

La Tetracloro-dibenzo-diossina (Tcdd, la più tremenda diossina) è classificata nel Gruppo 1 degli agenti cancerogeni per l’uomo, dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro. È irritante per gli occhi, la cute e il tratto respiratorio. La sostanza può determinare effetti negativi, anche in tempi ritardati rispetto all’esposizione, sul sistema cardiovascolare, sul tratto gastrointestinale, sul fegato, sul sistema nervoso e sul sistema endocrino.

Leggi anche: Diossina. Dove si trova ed effetti sull’uomo, da Seveso ai giorni nostri

Idrocarburi policiclici aromatici

Gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), divisi in oltre 100 composti chimici, invece si liberano nell’ambiente nel corso di combustioni incomplete di legname, grassi e prodotti organici in generale, compresi i rifiuti urbani, prodotti petroliferi come la plastica.

A tutte queste molecole sono associati pericoli per la salute umana quali tossicità acuta e cronica e malattie. Anche se esistono più di cento diversi Ipa, quelli più imputati nel causare dei danni alla salute di uomini e animali sono: l’acenaftene, l’acenaftilene, l’antracene, il benzo(a)antracene, il dibenzo(a,h)antracene, il crisene, il pirene, il benzo(a)pirene, l’indeno(1,2,3-c,d)pirene, il fenantrene, il fluorantene, il benzo(b)fluoroantene, il benzo(k)fluoroantene, il benzo(g,h,i)perilene e il fluorene.

Solitamente nell’aria non si ritrovano mai come composti singoli, ma all’interno di miscele dove sono presenti molte decine di IPA diversi e in proporzioni che in alcuni casi possono anche variare di molto. Il fatto che l’esposizione avvenga ad una miscela di composti, di composizione non costante, rende difficile l’attribuzione delle conseguenze sulla salute alla presenza di uno specifico idrocarburo policiclico aromatico.

Pur essendo lo studio di queste miscele particolarmente complicato, è stato comunque dimostrato che l’esposizione alle miscele Ipa comporta un aumento dell’insorgenza del cancro, soprattutto in presenza di benzo(a)pirene (peraltro l’unico Ipa che finora è stato studiato approfonditamente).

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