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DALLA REGGIA UN PROBLEMA (SOLO UNO?) : I SERVIZI IGIENICI

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Osservare le condizioni igieniche della «ritirata», la francese toilette, il latino cesso, l’ italianissimo bagno per farsi un’ idea del livello di civiltà raggiunto metodo antico, semplice da qui  capisci come funziona il resto dell’ organizzazione. Vale per il privato, vale per il pubblico.

VISITATORIIl bene protetto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, la meravigliosa Reggia di Caserta sembrerebbe non passarsela bene.

I servizi igienici del real sito borbonico si presentano male,  restano non proporzionati al numero e alle esigenze dei visitatori, molti dei quali arrivando dopo qualche ora di viaggio devono pur ricorrere al posto dove “lavarsi le mani”, circonlocuzione elegante per dire dove fare pipì.

Se in quello dei maschietti è lecito attendersi la scarsa mira all’ origine dei tipici lezzi, nel bagno pubblico femminile si assiste alla caccia al tesoro della carta igienica.

Diverse le testimonianze recenti, pur in un contesto di miglioramento dei fondamentali nello stato di salute della reggia.

L’ avventrice in questione, non di un’ area di servizio autostradale né di un bar di periferia ma di un patrimonio monumentale che non ha bisogno di presentazioni, apre una prima porta speranzosa di trovare il servizio minimo.

Invece no, niente contenitori per la carta, quando ci sono si presentano vuoti o sventrati. Così per la seconda, per la terza, la quarta porta dei separé. Scattano le contromisure: mani nervose frugano nelle borse a caccia di fazzoletti di carta per il necessario fai-da-te, salvo poi accorgersi che non ci sono cestini per rifiuti, né per la raccolta degli assorbenti. Facile intuirne le conseguenze.

bagni-reggia-casertaAltra testimonianza alla ribalta delle cronache con protagonista il  presidente De Luca, che durante una visita istituzionale aveva necessità di “lavarsi le mani” che significa quel che abbiamo detto qualche rigo prima. Torna nella Cappella, si sciroppa tutti gli interventi con grande attenzione e quando prende la parola attacca col “Policori, Policori”. E dice a tutto microfono: “Ho chiesto del bagno, mi hanno indirizzato all’appartamento reale dove ce ne stanno tre. Il primo chiuso, il secondo senza acqua corrente e se ne sconsigliava l’uso, unico in funzione il terzo, seppur malconcio, riservato ai disabili. Ho dovuto approfittarne. Policori, Policori che figura facciamo con i turisti che qui vengono da ogni dove?”.

Eppure  dall’ inizio dell’ anno c’ è stato un incremento in positivo degli indicatori che riguardano la struttura. La nuova direzione affidata al «POLICORI» il bolognese Mauro Felicori, sembra aver dato una spinta utile al rilancio, non foss’ altro per l’ impegno profuso che gli valse mesi fa una famosa protesta sindacale con l’ accusa di «lavorare troppo».

Restano, però, le denunce raccolte l’ altro giorno in Campania: erbacce nei viali secondari, attorno alle statue e manutenzione di giardini e aiuole a macchia di leopardo. Lo stesso «cannocchiale», il grande corridoio che conduce all’ interno del palazzo, non se la passerebbe meglio: porta-rifiuti arrugginiti, spesso rotti, di quelli per i mozziconi non c’ è l’ ombra, con le sigarette che immancabilmente finiscono per terra, quando non tra carta, plastica e spazzatura varia per non parlare dei dopo party.

Per non dire del cancro storico dei monumenti: i piccioni, che a Caserta continuerebbero a prendere di mira incolpevoli turisti scelti a campione, non dopo aver lasciato in eredità chiazze di abominevole guano. Insomma, la meraviglia del luogo attutisce tutto ma gli sforzi da fare sembrano non sembrano conclusi.

«Travel Appeal», una start-up che monitora l’ indice di gradimento dei siti turistici fornendo ai gestori le informazioni di ritorno dell’ utenza, colloca la reggia borbonica verso il fondo della classifica con un indice di gradimento del 70,6%, davanti solo alla Galleria nazionale d’ Arte antica di Palazzo Corsini a Roma e al Museo delle Antichità di Torino.

Dalle analisi del Mibact le criticità maggiori si registrano sulla percezione che i visitatori hanno avuto seguendo alcuni parametri: i servizi igienici, la presenza di barriere architettoniche, i prezzi d’ ingresso e la qualità dei bar e dei servizi ristorazione. Ciò che spiegherebbe il posizionamento della reggia di Caserta nella speciale classifica. Urge rimedio prima del G7…serve prevenzione…bisogna tutelare il visitatore ….

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