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Giorgia e i suoi adepti ‘senzaparola’. Ingannano la fiducia degli elettori

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Guerriero afferma anche che “la Meloni non ha nulla a che vedere con l’eredità della ‘sua’ destra sociale”, e che “la rottura con Alemanno è avvenuta definitivamente sulla guerra di Ucraina, con un abbraccio e un addio”. E ancora: “Parlo per me. Mai avrei pensato che arrivasse al 30%! Al contrario degli altri, ora allineati e coperti, lo ammetto. Confesso. Non credevo che una ‘donna sola al comando’ avrebbe potuto governare un partito di destra. Ma ha tirato fuori una carica umana, una potenza comunicativa, una volontà di riscatto che ha bucato: lei lo chiama ‘l’underdog‘, una particolare forma di carisma… Ricorda donne della storia che si affermano contro tutto e contro tutti. Come la Thatcher”.

E allora perché lei ha rotto? “A destra, soprattutto ora, ci vuole un ‘noi’ e non un ‘io’. La democrazia interna è fondamentale. Invece lei vuole ‘un partito del capo’, meno democratico di An con Fini. Prima o poi si paga”. E “la rottura è avvenuta sull’Ucraina. ‘Caro Gianni, gli ha detto, dopo la tua presa di posizione contro la guerra, non c’è spazio per te nel partito. Io ti lascio libero’”.

“È tutta la vita che predico: ‘Né Usa né Urss, Europa nazione’. Noi come Gianni, siamo sempre stati contro gli imperialismi. Per questo dico che lei non è mai stata davvero una donna ‘della destra sociale’. “E in questo lei è già figlia della svolta dei Gabbiani. A parole rimasero trasgressivi e antisistema,  ma abbracciando una identità conservatrice che noi non abbiamo mai avuto”. “Nella Destra Protagonista Giorgia trova Italo Bocchino, Gennaro Sangiuliano, un giovanissimo Donzelli, e tanti altri…”.

Torniamo all’identità. “Quando fonda Fratelli d’Italia Giorgia conia lo slogan ‘Conservatori nei valori, liberisti in economia’. E salto sulla sedia!”. Ma la sua è statta una “mutazione genetica neo-conservatrice ‘americana’. Ad esempio lo schieramento atlantista senza se e senza ma, il rifiuto dell’intervento dello Stato nell’economia, l’ostilità al nuovo mondo multipolare e l’illusione di esportare la democrazia contro le “autocrazie” orientali”.

E lei ora fonda un partito di destra antigovernativo. “Sbagliato. Non siamo ‘solo’ di destra, tant’è che io dialogo sia con Rizzo che Paragone. Noi con Gianni vogliamo aggregare tutti coloro che vogliono un cambiamento profondo dell’Italia e capiscono che il primo passo è riprendersi le chiavi di casa, riconquistare la sovranità nazionale e popolare”. Contro la Meloni? “Non vogliamo far cadere il Governo, perché arriverebbe sicuramente qualcosa di peggio come un nuovo esecutivo tecnico. Ci auguriamo sempre che ci sia una nuova svolta sociale del centrodestra ma i candidati al meridione anche alle europee fanno storcereil naso e prossimamente qui scriveremo tutta la verità della non candidatura di Massimo Grimaldi  che avevamo preannunciato (LINK) e che secondo il nostro punto di vista non aveva nulla da litigare con Giuseppe Tamburro”.

 

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