Giunta comunale è illegale per mancanza della quota rosa

Come sappiamo, dall’anno 2014 è diventata legge  quella che nelle giunte comunali, così come in tutti gli organi esecutivi, di altri enti locali, il numero rappresentativo costituito dagli uomini e quello costituito dalle donne, non può essere inferiore al 40%. Quindi, la giunta comunale, che non rispetta la quota prevista dalla legge 56, art. 1,…

Come sappiamo, dall’anno 2014 è diventata legge  quella che nelle giunte comunali, così come in tutti gli organi esecutivi, di altri enti locali, il numero rappresentativo costituito dagli uomini e quello costituito dalle donne, non può essere inferiore al 40%.

Quindi, la giunta comunale, che non rispetta la quota prevista dalla legge 56, art. 1, comma 137 del 2014, non è legalmente costituita è di conseguenza anche ogni suo atto, ogni sua delibera non è legale. Ebbene, cari lettori, per quanto concerne la giunta comunale di Caserta non possiamo sapere quante volte si sia riunita dal momento in cui Maddalena  Corvino e successivamente, Tiziana Petrillo si sono dimesse dopo che i due consiglieri di riferimento di quest’ultima cioè Megna e Peluso hanno deciso di astenersi nel voto sui bilanci, ma secondo noi, qualsiasi atto approvato a seguito delle suddette dimissioni sono impugnabili.

Sappiamo anche che Carlo Marino, Franco Biondi, Mimmo Guida, Tenga, Di Lella non hanno messo in conto questa possibilità, visto  che nelle stanze di Palazzo Castropignano e delle altre pertinenze municipali, vige il concetto di “so tutto io, decido tutto io”, anche in sfregio alla legge.

Quindi se quando c’erano  la Petrillo e la Corvino, la giunta contava su nove componenti, 5 maschi e 4 donne, con le dimissioni della seconda, delegittimata dal sindaco Carlo Marino che “approfittando” della sua partenza per la Germania, in visita alla figlia, ha modificato  il piano di ridimensionamento scolastico, i numeri, naturalmente, sono cambiati dato che l’incarico lasciato dall’assessore non è stato ancora  “occupato”, ma solo promesso ad alcuni consiglieri comunali allo scopo di convincerli a votare il bilancio e a salvare le poltrone del sindaco e di Franco Biondi. Si è passati dal 44,44% ad un 37,5% . Dunque, se già al momento delle dimissioni di Maddalena Corvino la giunta comunale di Caserta doveva essere “sospesa” fino al momento della ricostituzione della quota minima del 40% di rappresentanza femminile, a maggior ragione, a seguito delle dimissioni di Tiziana Petrillo, la quota femminile è precipitata al 28,5% cioè 11 punti e mezzo in meno del limite minimo previsto dalla legge. 

In conclusione, al momento,  la giunta comunale di Caserta è contro la legge  e, quindi, secondo noi,  tutte le delibere approvate successivamente alle dimissioni della Corvino che hanno già portata la quota di rappresentanza sotto il 40% sono illegittime.

Qui sotto il testo integrale dell’articolo l’art. 1, comma 137, della legge n. 56/2014:

“Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico”, costituisce un ineludibile parametro di legittimità delle nomine”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *