La Juventus è meglio del Napoli, il Napoli è meglio del resto delle squadre della Serie A. In sintesi la sentenza dello Stadium è questa.
Ha faticato la Juventus e il Napoli ha giocato bene, con intelligenza, ordine ed efficacia, ma la supremazia tecnica della rosa (considerando anche i subentranti dalla panchina) ha finito di sbilanciare la partita dalla parte di Allegri, nonostante un incipit sballato.
La Juve batte 3-1 il Napoli con doppietta di Mandzukic e gol di Bonucci, va a +6 in classifica e onora i Mondiali di ciclismo con la prima fuga del campionato. CR7 non segna però è decisivo, l’uomo partita anche più di Mandzukic. Si vede in tre momenti. Primo: nelle difficoltà del primo tempo, con il Napoli in vantaggio e la Juve ancora negli spogliatoi, Ronaldo calcia due volte in porta e regala a Mandzukic una palla solo da spingere in porta. E’ l’1-1. Secondo: all’inizio del secondo tempo, con la partita ancora in equilibrio, Cristiano trasforma una ripartenza di Dybala nel 2-1.
Sul suo tiro da lontano, Ospina devia sul palo e Mandzukic tocca ancora a porta vuota. Terzo: quando il Napoli, in dieci per il doppio giallo a Mario Rui, sembra incredibilmente vicino a rimettere in piedi la partita, Ronaldo gira di testa un angolo da destra. La palla, diretta in porta, finisce sui piedi di Bonucci che appoggia – a porta vuota… e sono tre – il pallone di fine serata.
Conclusione rapida e semplicistica: la Juve è la migliore (d’Italia, per ora) anche perché ha il migliore, mentre il Napoli non è ancora pronto per l’Everest.
Eppure la Juve era partita male, contro tendenza. La curva non canta e Ancelotti all’inizio sembra avere in mano la partita con il suo 4-4-2 atipico. Zielinski prende un palo da 25 metri, Insigne calcia subito e Mertens dopo 10 minuti cancella i primi cori dello stadio con il gol del vantaggio. Bonucci sbaglia un passaggio in costruzione per Dybala, Allan anticipa l’argentino e ha la porta in faccia a 30 metri da Szczesny. Il flipper che nasce – Allan per Callejon, Callejon di prima prima per Mertens, Mertens di tocco a porta vuota – manda il Napoli in vantaggio come nella partita di aprile. In questi cinque mesi però sono successe un po’ di cose, una su tutte: Cristiano Ronaldo ha cambiato indirizzo. Così Cristiano nel primo quarto d’ora calcia da lontano due volte, la seconda dopo un grande controllo al volo, e per due volte trova Ospina. Il gol del pareggio di Mandzukic cancella l’illusione del Napoli e la Juve prende un controllo che sostanzialmente non perderà mai fino alla fine. Tra l’1-1 e il 2-1 del croato, arrivato a inizio secondo tempo dopo quel tiro da lontano di Ronaldo, infatti il Napoli sogna solo con un tiro di Mario Rui poco prima dell’intervallo e rischia parecchio quando una punizione di Ronaldo, sempre lui, scatena una mischia chiusa da una deviazione di Hamsik su tiro di Pjanic. Il resto è un piano inclinato: l’espulsione d Mario Rui, un’occasione mancata da Callejon e il 3-1 di Bonucci.
Il Napoli invece torna a casa disilluso. Insigne, l’uomo immagine, non ha inciso praticamente mai, Hamsik in mezzo ha sofferto tanto e i terzini, che in una squadra non sono così secondari, hanno faticato: Hysaj saltato sul primo gol, Mario Rui espulso per due falli su Pjanic. Addirittura Albiol e Koulibaly, insieme da una vita, non si sono mossi bene nell’azione del pareggio. Cristiano si è trovato uno contro uno a sinistra con Hysaj e lo ha saltato facile, poi ha crossato col mancino. Emre Can ha tagliato in area e, sull’incrocio con Mandzukic, Albiol e Koulibaly hanno fatto la stessa scelta: si sono preoccupati del tedesco col 23. Mandzukic, rimasto solo in area, cortesemente ha ringraziato. Ancelotti ha provato con Fabian Ruiz e Milik, senza successo perché contro le squadre come la Juve va così: l’occasione passa due volte quando va bene, più spesso una. Se non la prendi, resti al secondo posto, a rischio sorpasso dal Sassuolo.
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