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Luigi apre gli occhi, mentre si cerca ancora chi ha premuto il grilletto

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Caserta – Il cugino del 14enne ferito alla testa lo disse durante l’ultima manifestazione di solidarietà: “Mi diceva non ti preocuppare per me, io sono forte”.

Luigi si trovava con alcuni amici nei pressi del bar Centrale , in via Vittorio Emanuele, quando improvvisamente si è accasciato al suolo. Tutti pensavano fosse un malore, poi l’amara scoperta durante la corsa in ospedale.

Oggi, dall’ospedale civile di Caserta “Sant’Anna e San Sebastiano” arrivano buone notizie sullo stato di salute di Luigi Pellegrino 14enne di Parete.
Il ragazzo, ha mantenuto la sua promessa, ha aperto gli occhi , ma è ancora in coma. Questa è la condizione del coma vigile.). Ciò che conta è che il paziente respira autonomamente. Ci sono reazioni spontanee agli stimoli, ma siamo ancora lontani dalle risposte finalizzate agli stimoli esterni.
Luigi, come ricordiamo, alla Vigilia di Natale è stato colpito alla testa da un colpo di pistola.

Al momento le indagini non hanno portato a nessun riscontro neanche dopo che gli inquirenti hanno sequestrato le armi, legalmente detenute, di coloro che abitano nei pressi dove è avvenuto il fatto

Le indagini sono partite da Vincenzo Russo, titolare di un’agenzia di onoranze funebri a Parete.

È lui il proprietario del terreno incolto di via Vicinale Vecchia da sarebbe partito il colpo che ha attraversato il cervello del baby calciatore.

È stato interrogato per due volte e ha subito due perquisizioni: il 25 e il 31 dicembre 2017. Via Vicinale Vecchia è, infatti, la strada parallela a via Vittorio Emanuele, il corso dove Luigi è stato raggiunto da un proiettile.

Gli inquirenti hanno individuato la traiettoria del colpo di pistola esploso, probabilmente, dal terreno di Russo, a un passo dal con×ne con Lusciano.

Proprio lì è stato installato, qualche anno fa, un ripetitore di telefonia mobile; subito dietro c’è un fondo con degli alberi che «sfocia» nel territorio di Lusciano.

Stando al perito tecnico Claudio De Matthaeis, nominato dalla Procura di Napoli nord, il proiettile avrebbe seguito la traiettoria del “tiro utile”, scelto dal pistolero, che quel giorno probabilmente ha deciso di provare la sua pistola, per circa cinquanta metri, mentre per 800 metri avrebbe seguito la strada della “gittata”, in discesa.

Ed ecco tracciato il percorso del proiettile.

Ora, gli inquirenti, stanno cercando di chiudere il cerchio utilizzando le celle telefoniche. I carabinieri hanno stilato l’elenco di tutti i titolari dei numeri telefonici che nel raggio di cento metri si trovavano nei pressi del campo di via Vicinale. In questa lista c’è anche il nome di colui che ha fatto fuoco.

Gli inquirenti, però, non abbandonano la pista dell’auto in corsa su via Vittorio Emanuele: è stato di nuovo visionato il video fornito dal titolare del bar Centrale, alla ricerca di qualche particolare in più.

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