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I lupi nel mirino, difendiamoli con i denti

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Dopo secoli di sterminio, il lupo dagli anni 60 sta ripopolando i nostri monti, aiutando a tenere a bada la popolazione di ungulati (dal latino ungulatum, ossia “provvisto di unghie” -intese come zoccoli-) e mantenendo in equilibrio l’ecosistema.

Ai bambini a scuola si insegna che il lupo non è pericoloso per l’uomo, che il lupo ha il terrore dell’uomo, che siamo stati noi uomini a sterminarlo e per questo ora è specie protetta.

Domani giovedì alla Conferenza Stato -Regioni il piano che prevede l’abbattimento.

A quanto pare però, il nostro governo ha ancora paura dei lupi cattivi: dopo pochi mesi dalla soppressione del Corpo Forestale dello Stato (azione insensata), il governo fa un’azione ancora più insensata: nella Conferenza Stato-Regioni è passato un piano che prevede l’abbattimento controllato di lupi (fino al 5%).

Questo piano sarà definitivamente approvato il 2 febbraio. 

Per il Wwf al momento non ci sono conoscenze sufficienti sul numero di esemplari e la loro reale distribuzione, non c’è neppure la prova di uno stato di conservazione favorevole della specie.

Come possiamo pensare di abbatterli senza mettere nuovamente in pericolo la sopravvivenza della specie?

I cacciatori, dal canto loro, non stanno più nella pelle. Impallinare il lupo, il fiero predatore, il loro odiato concorrente, è la più grande aspirazione. Meno lupi in giro, più cervi e cinghiali in giro da uccidere.

D’altra parte, uccidere lupi non risolverebbe il problema degli allevatori: gli esperti dicono che i branchi di lupi stabili e strutturati tendono a nutrirsi prevalentemente di ungulati selvatici (soprattutto cinghiale e capriolo), mentre gli individui singoli tendono a preferire gli animali domestici.

Ogni attività di selezione e abbattimento tende invece a destrutturare i branchi con il risultato contrario a quello sperato: i lupi si disperdono sul territorio, non uccidono cinghiali e ungulati ma preferiscono animali domestici.

 Per evitare uccisioni di pecore e gravi danni ai pastori, basterebbe dotare i pastori di cani addestrati e recinzioni elettriche, e lasciar uniti i branchi.

Ma la lobby della caccia è molto potente, e non sente ragioni.

La conferma dell’unicità genetica dei lupi italiani arriva da uno studio dell’ISPRA, l’Istituto superiore per la Protezione ambientale.

I cacciatori veneti con scalpore, sono riusciti a far approvare dal Consiglio Regionale una legge assurda: introduce pesanti sanzioni pecuniarie nei confronti di chi cerca di ostacolare i cacciatori, multe fino a 3600 euro per i “pericolosi ambientalisti”.

La caccia è inutile, crudele, dannosa. Ma una cosa va detta, a onor del vero. Cacciare non è più crudele e folle di allevare animali in lager, per poi massacrarli in modo industriale.

Ma questa, è un’altra storia.

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