Mare marrone da Formia a Mondragone

Una situazione che sta creando preoccupazione tra i proprietari di stabilimenti balneari ed anche tra i bagnanti. Per questo è stata inoltrata una nota chiedendo verifiche immediate sul possibile inquinamento ed “accertare – si legge – le responsabilità per mettere finalmente la parola fine al massacro della nostra costa di Baia Domizia e Baia Felice…

Una situazione che sta creando preoccupazione tra i proprietari di stabilimenti balneari ed anche tra i bagnanti. Per questo è stata inoltrata una nota chiedendo verifiche immediate sul possibile inquinamento ed “accertare – si legge – le responsabilità per mettere finalmente la parola fine al massacro della nostra costa di Baia Domizia e Baia Felice che ad ogni inizio anno balneare deve subire atti di violenza di disastro ambientale.

Ci sono cittadini che riferiscono che potrebbe essere un passo importante, venire a conoscenza di un incontro alla capitaneria di porto di Mondragone, del Sindaco Cristina Compasso, del consigliere delegato all’ambiente Umberto Sarno e del Sindaco Virgilio Pacifico, preoccupato perché il mare del litorale che da Formia arriva a Mondragone, si è tinto di marrone, solo che in questo specifico caso si è accertato che è un fenomeno naturale.

Questa tempestività da cosa nasce? Nei mesi addietro una nota associazione ambientalista di Cellole si sta prodigando in maniera encomiabile facendo emergere quando ad inquinare i canali di sbocco a mare sono realmente rifiuti tossici, documentando con foto, perizie, denunce e video questo famoso scempio, eppur non sembrava accogliere l’interesse dell’amministrazione locale. Ricordando che qualche giorno fa la stessa Associazione big brother ambiente ha avuto audizione, grazie alla disponibilità del consigliere regionale, presidente della commissione ambiente On. Gennaro Oliviero, in regione per incontrare l’arpac e discutere delle giuste misure da adottare, quello doveva essere il luogo e il contesto giusto per concretizzare le giuste risposte, alla lotta a chi è dietro le dinamiche di queste criticità ambientali territoriali.

Non si può continuare a fingere di operare per il bene comune invece si pensa all’europee…il litorale non può attendere.

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