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Nel 2017 ci saranno sbarchi record. Sistema di accoglienza al collasso

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Un mare. Un fiume di disperati. Molti più di quanti non siano arrivati negli anni scorsi.

 Arriveranno 250mila migranti dalla Libia in tutto il 2017.

 Si sperava che gli accordi del governo con la Libia di Serraj potessero aiutare a limitare le partenze, ma nemmeno l’opera di addestramento della Guardia Costiera libica è bastata per interrompere i flussi. Nel 2015 i militari di Tripoli erano riusciti a bloccare appena 600 immigrati, l’anno scorso sono migliorati di molto portando a 16mila il conto dei soccorsi in mare. Ma non basta. E così la proiezione sui dati dei primi mesi dice che in tutto il 2017 metteranno piede in Italia 250 mila immigrati.

Tanti, troppi per un sistema di accoglienza già al collasso. Il ministero dell’Interno al momento dà vitto e alloggio a 173mila persone. Il piano di redistribuzione approvato nei mesi scorsi – 2,5 migranti ogni mille abitanti – era studiato in base ad una previsione di arrivi intorno alle 200mila unità. Ma visto che probabilmente saranno il 65% in più, non è ben chiaro come potranno essere gestiti. Anche perché sono molti i sindaci che si oppongono alle strutture di accoglienza e non intendono aprire centri Sprar nei loro territori. L’Anci continua a far pressioni sugli amministratori locali, ma non tutti – probabilmente – si piegheranno.

Uno dei grandi temi è quello dei minori non accompagnati. Il numero di minorenni caricati sui gommoni continua a crescere, tanto che nei primi tre mesi di quest’anno ne sono già sbarcati 2.230. Inoltre, ieri è stato formalizzato l’ingresso regolare di circa 30mila lavoratori stranieri per il 2017. Una cifra che potrebbe aumetare se, come richiesto dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, dovessero essere messe nero su bianco nuove regole per i lavoratori stagionali. Martina cerca di salvare l’economia degli agricoltori, Minniti vorrebbe evitare la creazione di ghetti di braccianti come quello di Rignano andato in fiamme alcuni giorni fa.

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