Truffavano il Servizio Sanitario Nazionale, 7 indagati tra cui Corvino

Truffavano il Servizio Sanitario Nazionale, 7 indagati tra cui Corvino I cinque amministratori di sette centri di diagnostica convenzionati con sede nelle province di Napoli e Caserta e un medico di base – secondo l’accusa dei Carabinieri – truffavano il Servizio Sanitario Nazionale, ottenendo rimborsi per Tac o Risonanze magnetiche mai effettuate. Questa mattina sono…

Truffavano il Servizio Sanitario Nazionale, 7 indagati tra cui Corvino

I cinque amministratori di sette centri di diagnostica convenzionati con sede nelle province di Napoli e Caserta e un medico di base – secondo l’accusa dei Carabinieri – truffavano il Servizio Sanitario Nazionale, ottenendo rimborsi per Tac o Risonanze magnetiche mai effettuate. Questa mattina sono stati arrestati insieme a un impiegato amministrativo ASL. I Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip di Napoli su richiesta della locale Procura.

 I nomi resi noti, degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta truffa in associazione perpetrata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale sono 7, il casertano Pasquale Corvino, titolare di alcuni laboratori tra le province di Napoli e Caserta, Pietro Schiavone, amministratore del Centro diagnostico Minerva Due Srl e dell’Istituto Fisioterapico Ortopedico di Pasquale Corvino e i napoletani Antonio Dramis, Vittoria Cirano, Carlo Mautone e Massimo Fermo.

I 7 arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa al Servizio Sanitario Nazionale, di riciclaggio e di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale. Nel corso di indagini dei Carabinieri coordinate dalla Procura partenopea, sono stati ricostruiti i tutti i passaggi di una truffa al Servizio Sanitario Nazionale finalizzata a ottenere rimborsi per costosissime prestazioni sanitarie (TAC o Risonanze Magnetiche) che gli indagati avevano fatto risultare effettuate in favore di pazienti del tutto ignari.

 Le indagini sono partite nel settembre 2015 quando un medico di base denunciò che non era sua la firma sotto a una ricetta medica inoltrata per il pagamento da parte di uno dei centri diagnostici ora finiti al centro dell’inchiesta. Gli ulteriori accertamenti, hanno consentito di documentare una fiorente attività illecita e le sue modalità di svolgimento, riuscendo a ricostruire tutti i passaggi chiave della truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale Le ricette venivano utilizzate per prescrivere, ma solo cartolarmente – a pazienti del tutto inconsapevoli, costosi esami diagnostici, esami il cui costo veniva poi ribaltato sul Servizio sanitario nazionale. In un caso è emerso il diretto coinvolgimento di un medico di base compiacente, che si sarebbe prestato a compilare quaranta ricette false nell’arco di un mese, tra maggio e giugno 2015. Negli altri casi, invece, non è emerso il coinvolgimento di medici, apparenti sottoscrittori delle ricette, che però sono risultate tutte false nel loro contenuto ed emesse ad esclusivo beneficio dei centri diagnostici.

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