CASERTA – Cinque invitate, due partecipano, tre si defilano. Una delle due offre un ribasso quasi simbolico, l’altra vince con un’offerta generosa. Fin qui sembrerebbe tutto normale, se non fosse che la dinamica – purtroppo – normale non è affatto. E la domanda sorge spontanea: davvero è credibile che non si sapesse, fin dall’inizio, chi avrebbe dovuto aggiudicarsi l’appalto?
Ma andiamo con ordine.
Un’operazione di “microchirurgia contabile”
Parliamo dei lavori per l’installazione di un angiografo biplano – attrezzatura finanziata dal PNRR – presso l’edificio F3, nel reparto di Radiologia dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano. Il progetto esecutivo inizialmente prevedeva un investimento superiore al milione di euro (1.010.000 €, per la precisione). Ma poi, improvvisamente, qualcosa cambia.
Secondo quanto riportato in una delibera firmata dal Direttore Generale Gaetano Gubitosa, su proposta del dirigente dell’Ingegneria Ospedaliera Antonio Rocchio e con l’avallo del RUP, ingegnere Carmine Romano, viene deciso lo stralcio di parte dei lavori. Il nuovo importo? 915.000 €.
Esattamente 95.000 euro in meno. Quanto basta per scendere sotto la soglia critica di 1 milione di euro, oltre la quale – secondo il Codice degli Appalti 2023 – sarebbe stato necessario invitare almeno 10 imprese, e non solo 5. Una coincidenza di straordinaria opportunità.
Gara ristretta. Molto ristretta. Quasi privata.
Il 26 marzo 2025, il RUP Romano invita cinque imprese a partecipare. Tre non rispondono nemmeno all’invito: la Item Oxygen di Altamura, la Coges di Napoli (di proprietà di Raffaele Gallo), e la ANC Costruzioni di Roma, con solide radici ad Aversa e in capo ad Anacleto Colombiano – figura ben nota nell’orbita del consigliere regionale Giovanni Zannini.
Curiosamente, proprio Colombiano, spesso attivissimo nel campo degli appalti pubblici, questa volta sceglie di non partecipare. Forse per distrazione, forse per eccesso di zelo.
Restano dunque due offerte. Anzi, una vera e una “di contorno”.
La Moscarino di Pollena Trocchia presenta un ribasso del 7,91%. In una gara da quasi un milione di euro, è un’offerta che si potrebbe definire con un eufemismo: decorativa.
L’altra, invece, è vincente e sostanziosa: 36,871% di ribasso. Ad aggiudicarsela è il Consorzio Cenacolo, con sede ad Aversa in via Giotto, rappresentato legalmente da Michele Mottola.
Un cognome, due sedi, zero sorprese
Come da prassi – ma non sempre con adeguata trasparenza – non sarà il consorzio ad eseguire i lavori, bensì una consorziata: la Cosmo Srl, anch’essa con sede ad Aversa, in via Manzoni, a meno di un chilometro dal consorzio. E – per chi ama le coincidenze – guidata da Salvatore Mottola. Mottola e Mottola, un sodalizio di famiglia (e di territorio) che garantisce efficienza e, soprattutto, coerenza.
L’importo netto risultante dall’aggiudicazione? 622.204,24 €, sui 915.000 stanziati.
Considerazioni finali (non senza sarcasmo)
Con un’aggiudicazione chirurgicamente ritagliata e una partecipazione di fatto simbolica da parte dei concorrenti, l’appalto si è svolto secondo procedura. Ma è la sostanza, non la forma, che lascia perplessi.
Abbassare l’importo sotto la soglia del milione, evitare così la concorrenza vera, ottenere una partecipazione “simbolica” e una vittoria “annunciata”: tutto tecnicamente legittimo. Ma, come spesso accade, la legalità formale non è sinonimo di trasparenza sostanziale.
In un momento storico in cui i fondi PNRR dovrebbero rappresentare una svolta per la sanità e lo sviluppo del Mezzogiorno, certi rituali assomigliano più a riti antichi che a buone pratiche amministrative. E a Caserta, purtroppo, le “coincidenze” sembrano avere un indirizzo di residenza ben preciso.
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