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Caserta è ancora un ecosistema malato, dove favori, amicizie e appartenenze contano più delle regole.

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Nel cuore del caso San Leucio, uno degli aspetti più oscuri e inquietanti riguarda i legami tra Raffaele Capone, Massimo Vecchione e la gestione del Teatro Centoundici di Via G.m.Bosco. Questa vicenda si inserisce in un quadro più ampio che ruota attorno alla politica locale, al sospetto di infiltrazioni camorristiche e alla corruzione. Un’analisi delle interconnessioni tra questi attori, tra cui il sindaco Carlo Marino, e l’affitto della struttura teatrale solleva non poche domande sull’eticità e sulla trasparenza delle pratiche amministrative e politiche che hanno accompagnato le ultime elezioni comunali.
I Legami tra Capone, Vecchione e la Politica Locale
Raffaele Capone, noto per il suo ‘five o dammi il 5′ e i legami con il clan camorristico dei Belforte, non è un nome che possa essere facilmente ignorato quando si parla della politica casertana. Sebbene la sua figura non abbia la stessa “caratura” criminale del padre Giovanni, la sua influenza e le sue connessioni con ambienti camorristici non possono essere sottovalutate per la commissione d’accesso che infatti ha proposto al Viminale lo scioglimento per infiltrazioni.

A ciò si aggiunge il ruolo di Massimo Vecchione, un impresario teatrale ( e con la sua  LWR SRL ad oggi risulta anche direttore dell’area marketing della Casertana f.c.)  che, a quanto pare, ha goduto di numerosi privilegi legati al suo stretto legame con Capone, tra cui l’affidamento della gestione del Teatro Centoundici.
Il Teatro Centoundici, storica struttura casertana, è diventato uno degli spazi centrali per la campagna elettorale del sindaco Carlo Marino, che ha scelto proprio questa location per organizzare eventi cruciali. Tuttavia, quello che si cela dietro questa scelta è un intreccio di favori e opportunità che merita un’analisi più approfondita. Massimo Vecchione, infatti, non è solo un impresario; è anche padrino della figlia di Raffaele Capone, un legame che, seppur di natura familiare, non può essere ignorato in un contesto così delicato. Non può stupire il fatto che Capone fosse presente al treatro Centoundici il giorno della vittoria di Carlo Marino al ballottaggio. C’era tutti i giorni in quanto dipendente (o comunque così presentato) di Vecchione.
Il Teatro Centoundici: Affitto, Spese Elettorali e Contabilità Opaca
Uno degli aspetti che emergono chiaramente dalla documentazione ufficiale riguardante le spese elettorali è la gestione del Teatro Centoundici, ma anche questo solleva più di un dubbio. Nonostante alcuni sostenitori e non del sindaco Carlo Marino abbiano affermato che il teatro è stato regolarmente pagato da parte della campagna elettorale per un importo circa di 10.000 euro, i rendiconti ufficiali presentati mostrano un altro scenario. In effetti, il totale delle spese elettorali dichiarate si aggira intorno ai 14.000 euro, ma non c’è traccia di un pagamento per l’affitto del teatro Centoundici di Vecchione.

La domanda a qualcuno sorge spontanea: se i 10.000 euro per l’affitto sono stati spesi, perché non risultano nel rendiconto ufficiale delle spese elettorali?

Il fatto che non ci sia alcuna documentazione chiara e trasparente sul pagamento solleva sospetti su una possibile mancanza di regolarità nelle transazioni finanziarie legate alla campagna di Marino.
Questa opacità solleva ulteriori interrogativi sulla gestione delle risorse pubbliche, specialmente quando si tratta di spazi di valore come il Teatro Centoundici.

La mancanza di documentazione adeguata potrebbe essere interpretata come un tentativo di nascondere la provenienza dei fondi, di evitare il controllo pubblico su un’operazione potenzialmente illecita. Questo tipo di comportamento è incompatibile con la trasparenza che dovrebbe caratterizzare una campagna elettorale in un paese democratico.

Nella foto uno scatenatissimo fan e frontman dei festeggiamenti di Marino Sindaco, ci sia un altro top player della buona società casertana, quel Francesco Amato che insieme al fratello Mario vanta un pedigree, un curriculum coi fiocchi, che spazia dalle violenze assortite contro le persone e le cose al grande spaccio di stupefacenti.

Il Legame con la Criminalità Organizzata e la Corruzione
Se a questi elementi aggiungiamo i legami tra Massimo Vecchione e Raffaele Capone, non possiamo non considerare la possibilità che vi sia una possibile  forma di corruzione legata a questa situazione. Se le elezioni sono state influenzate da scambi di favori tra la politica e gli ambienti imprenditoriali con legami camorristici, il sospetto di corruzione elettorale diventa una realtà concreta.

Raffaele Capone è comunque un elemento legato alla criminalità organizzata che, attraverso il suo legame con Vecchione, potrebbe aver cercato di influenzare la politica locale a proprio favore.
Il fatto che Vecchione, con i suoi legami familiari, abbia potuto ottenere la gestione del Teatro Centoundici senza alcun tipo di gara e abbia utilizzato lo spazio per favorire la campagna elettorale di Marino sindaco solleva preoccupazioni sul livello di corruzione che potrebbe permeare le strutture politiche locali.

Non possiamo ignorare il fatto che, nonostante i sospetti di corruzione e di conflitto di interessi, questi legami non siano mai stati ufficialmente indagati o presi in considerazione nella relazione della Commissione d’Accesso, che ha portato allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.

L’Omissione Nella Relazione della Commissione d’Accesso: Un’Anomalia Inquietante
Ciò che colpisce maggiormente in tutta questa vicenda è che, nonostante la gravità delle implicazioni, la Commissione d’Accesso, incaricata di analizzare i rapporti tra amministrazione e camorra, non ha preso in considerazione il caso del Teatro Centoundici e dei legami tra Vecchione, Capone e l’amministrazione Marino.

Se la Prefettura e la Commissione d’Accesso riconoscono Raffaele Capone come un “camorrista pericoloso”, come è possibile che una figura così vicina a lui, come Vecchione, sia stata lasciata gestire senza alcun controllo uno spazio così significativo per la città?
L’assenza di un’analisi su questa vicenda nella relazione ufficiale solleva dubbi sulla completezza e sull’efficacia dell’inchiesta. È un’ulteriore dimostrazione di come, spesso, le indagini possano non cogliere tutte le sfaccettature di un problema complesso come quello delle infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni locali. Se la relazione della Commissione d’Accesso non ha preso in considerazione questo aspetto fondamentale, è lecito chiedersi se tutte le dinamiche legate alla corruzione e alla criminalità organizzata siano state davvero analizzate con la dovuta attenzione.
Conclusione: Un Vuoto Che Minaccia il Futuro
Il caso del Teatro Centoundici e dei legami tra Raffaele Capone, Massimo Vecchione e l’amministrazione Marino è solo uno degli aspetti di un quadro più ampio che merita di essere approfondito. Non si tratta solo di un errore di rendicontazione o di una semplice negligenza amministrativa; si tratta di un possibile meccanismo di corruzione e di ingerenza camorristica che, se non affrontato con urgenza, potrebbe avere ripercussioni gravi sulla futura gestione della città. L’assenza di attenzione su questa vicenda nella relazione della Commissione d’Accesso è anomala e preoccupante, e mette in evidenza la necessità di un’indagine più completa per garantire che la politica casertana non venga ulteriormente compromessa da alleanze malate tra politica, imprenditoria e criminalità.

  
     
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