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Centrodestra campano tra candidature imbarazzanti e silenzi assordanti

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Nel teatrino politico campano, la recente riunione del centrodestra a Napoli ha messo in luce le profonde contraddizioni e le scelte discutibili dei partiti coinvolti. Forza Italia, anziché affrontare con trasparenza le questioni interne, ha chiesto un’ulteriore settimana di tempo, ufficialmente per favorire l’adesione dei moderati. Tuttavia, Gianpiero Zinzi della Lega ha sollevato un punto cruciale: non si può entrare in una coalizione imponendo pregiudiziali su candidature, soprattutto quando queste sono oggetto di controversie.

Tra i nomi proposti, spicca quello di Gennaro Caserta, sindaco di Teverola, la cui elezione è stata macchiata da presunti legami con la criminalità organizzata. Secondo la DDA di Napoli, Caserta avrebbe beneficiato di voti provenienti da ambienti camorristici, in particolare attraverso Ellen Di Martino, nipote del boss Nicola Di Martino .

Anche Anacleto Colombiano, sindaco di San Marcellino, è al centro delle polemiche. Il genero di Colombiano ha ottenuto un appalto da 2 milioni di euro in un comune controllato da Zannini, suscitando interrogativi sulle parentele con esponenti della camorra .

Non meno controversa è la figura di Emilio Nuzzo, sindaco di San Felice a Cancello, che in passato è stato condannato per porto abusivo di pistola .

In questo contesto, la richiesta di Forza Italia di ulteriore tempo appare come un tentativo di guadagnare spazio per manovre politiche poco trasparenti. La coalizione di centrodestra rischia così di perdere credibilità agli occhi degli elettori, che attendono risposte concrete e candidati al di sopra di ogni sospetto.

È fondamentale che i partiti si assumano la responsabilità delle loro scelte e pongano al centro della loro azione politica la legalità e l’etica pubblica. Solo così sarà possibile costruire una coalizione credibile e realmente rappresentativa degli interessi dei cittadini.

  
     
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