Happy Hand arriva a Caserta al fianco di Pietro alunno del Diaz

  Oggi, una giornata per Pietro, alunno del Diaz , al Palezzetto dello Sport di Viale Medaglie d’oro. Pietro che, dopo una lunga degenza dovuta ad arresto cardiaco, è uscito per la prima volta per venire alla manifestazione organizzata per lui dall’Associazione Happy Hand. Giochi senza barriere e festival dell’inclusione sociale, in collaborazione con l’Assessorato…

 

Oggi, una giornata per Pietro, alunno del Diaz , al Palezzetto dello Sport di Viale Medaglie d’oro. Pietro che, dopo una lunga degenza dovuta ad arresto cardiaco, è uscito per la prima volta per venire alla manifestazione organizzata per lui dall’Associazione Happy Hand.
Giochi senza barriere e festival dell’inclusione sociale, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali, con le Associazioni che operano con la disabilità e con gli Istituti Scolastici, è una manifestazione sportiva, culturale, socio-educativa ove tutti possono divertirsi nel provare varie discipline sportive, cimentarsi nel disegno, nella pittura, teatro, danza, cucina, musica, ecc..“
Quest’anno l’evento è finalizzato ad aiutare Pietro anno 2002, all’età di 15 anni ha visto svanire i suoi sogni, il suo futuro, i suoi progetti.

Il 2 dicembre 2017 un arresto cardiaco, improvviso, ha segnato l’inizio di una nuova vita per lui e per la sua famiglia: papà Mario, mamma Antonella e fratello più piccolo Andrea.

Solo grazie alla prontezza dei genitori, che riuscirono a praticargli un primo soccorso, ed alle successive cure ospedaliere Pietro è rinato. Da quel giorno in poi a Caserta, però, vive un altro Pietro.

Ragazzone di 17 anni, 1,84 mt di altezza per 100 kg di peso. Prima del fatidico giorno frequentava il 3^ Liceo Scientifico “A. Diaz” di Caserta. A Pietro piaceva studiare. La media dei suoi profitti lo confermano: 8,7. Insomma Pietro progettava, con idee ben chiare, il suo futuro.

Desiderava, e crediamo che ancora adesso lo desideri, diventare ingegnere ambientale.
Cosa ha cambiato la sua vita e quella della famiglia? Una malattia cardiaca radicata nel DNA del padre Mario, trasmessa involontariamente e della quale nessuno era a conoscenza.

Pietro è ora tetraplegico, con necessità di aiuti infermieristici e terapeutici 24 ore su 24. Il suo cuore è monitorato incessantemente.

Nonostante ciò, rompendo il muro delle apparenze e soprattutto rompendo il muro delle barriere architettate dalle nostre menti, Pietro comunica: con gli occhi, con i sorrisi e anche con qualche smorfia del viso. Pietro è vivo, forte e ha tanto da insegnare e imparare ancora.

Oggi pià di prima l’abbraccio a Pietro dei suoi compagni di classe e il suo bellissimo sorriso.

Emozioni, commozione, tanti sentimenti …..in campo per essere più autentici

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